Il Premio Andersen Baia delle favole compie 50 anni. Ce lo racconta la “Sirenetta”
Un mondo di favole o favole per il mondo? In uno scenario favolistico, è nato il Premio Letterario Hans Christian Andersen Baia delle Favole, che quest’anno celebra il 50esimo anniversario, una delle manifestazioni più articolate e suggestive nel settore della scrittura per ragazzi.
L’appuntamento è a Sestri Levante dall’8 all’11 giugno 2017 quando si proclameranno le fiabe vincitrici. Possono partecipare scuole primarie, ragazzi e adulti, oltre alla presentazione di fiabe in lingua estera.
Il racconto eterno delle favole
Il raccontare è il compromesso per spiegare la realtà e la verità ai più piccoli: certi di non annoiarli perché loro amano sapere e scoprire, in più devono ridere, giocare e sognare. Se spieghi loro che il sole è vita ed il buio è la fine del giorno cominciano a farti domande. Hanno fiducia in te e si costruiscono il loro mondo fatto solo di cose belle. Non deluderli mai. Dunque dov’è la differenza tra la storia e una favola?
La storia della vita e del mondo resta scritta sui libri, verrà insegnata ai giovani anche se poi gli storici ne daranno varie interpretazioni. La favola nasce nell’immaginazione dell’autore vive per essere raccontata e termina quando in fondo al libro leggi la parola fine e coloro che erano intenti ad ascoltarla restano a bocca a aperta e ti guardano come a chiederti perché è finita così.
E proprio l’inizio… c’era una volta, sta a dire che ciò è stato, e anche che è, sarà possibile forse ancora una volta, domani. Ecco perché le favole non tramontano mai, e chi le ama per averle godute nell’infanzia, le protegge fino a quando la memoria resterà attiva.
La Sirenetta ri-trovata
Quando chiudo gli occhi e mi rivedo piccina, e torno indietro nei miei ricordi, mi ritrovo seduta sulle ginocchia di mia nonna, che dopo avermi pettinato, comincia a raccontarmi della “piccola fiammiferaia”, del “soldatino di stagno” della “principessa sul pisello”, delle “scarpette rosse”, del “brutto anatroccolo” e della “sirenetta”.
Forse, sono tutte fiabe fuori moda, oggi i cartoni animati, i giochi con la play station, i fumetti , il più delle volte con immagini di guerre stellari e violente, la fanno da padrone, e sono i passatempi dei bimbi nati all’inizio del 2000. Ma proprio leggendo le fiabe vincitrici delle edizioni recenti del Premio Andersen, ci accorgiamo come la poesia dei racconti di ieri, dei buoni propositi, ri-emerga dalle coscienze dei giovani e meno giovani scrittori, a testimonianza che la fiaba è un archetipo eterno.
Da una mia recente rilettura delle fiabe integrali di Hans Christian Andersen, ho scoperto che sul finale della favola La Sirenetta, compare la descrizione esatta di quella che era ed è, la piazza della locanda ove egli soggiornò durante una sua visita in Italia.
Forse è bene aprire una finestra sul passato del piccolo schermo nostrano. Campanile Sera, programma televisivo degli anni ’60 di notevole successo, vedeva sfidarsi le cittadine di tutta Italia, in parte in studio e in parte all’esterno dove i concorrenti si esibivano in giochi di manualità, come il fare a mano le reti per i pescatori, il gareggiare nelle corse nei sacchi o il raggiungere la cima dell’albero della cuccagna , e in parte negli studi televisivi della sede Rai di Milano dove i concorrenti rispondevano ad argomenti di diversa natura, aiutati dal famigerato “pensatoio”.
Il programma era condotto in studio da Mike Buongiorno e come inviati esterni da Enzo Tortora, Renato Tagliani ed Enza Sampò. Soffermiamoci sulla raffinata e briosa conduzione di Tortora, non per demerito degli altri, ma per mettere a fuoco la “mia” storia, vale a dire, quando Sestri Levante il 17.11.’61, sfidò e vinse Termoli. In quell’occasione il buon Tortora, dal diario di Andersen sul suo viaggio in Italia, scoprì che il letterato aveva descritto la cittadina con queste parole:
“Presso la strada fiorivano enormi piante di aloe, esultavo nel vedere quel rigoglio della terra. Che fiabesca serata trascorsi a Sestri Levante! La locanda era vicinissima al mare e una forte risacca la lambiva, nel cielo le nuvole erano di fuoco e sui monti si alternavano i colori più vivi. Gli alberi stessi erano come giganteschi canestri di frutta, colmi di grappoli ricchissimi, portati dalle viti………”
Questo suo elogio è riportato su di una targa in pietra, posta sulla facciata di quella che era il 2 e 3 ottobre del 1833, una piccola pensione, ed è oggi, purtroppo, un poco devastata dall’incuria e dalla salsedine che continua a battervi contro nei giorni di vento . La targa,nella parte superiore, è scritta in lingua danese, ma quei punti sospensivi finali lasciano immaginare quante altre emozioni avesse provato lo scrittore nel suo soggiorno in terra ligure e principalmente nella mia città.
Baia delle favole
Dunque, la descrizione di quella zona nella fiaba “la Sirenetta” con la bianca chiesa protetta da alte colonne marmoree, il breve tratto di scogli, che fuoriusciva dalla fine sabbia di nera lavagna, i viali coronati di palme da cui pendevano grappoli di datteri e le aiuole nelle quali troneggiavano piante di aranci e limoni, sono sì la fotografia di centottant’anni fa, ma non discostano molto da ciò che si può vedere anche ai giorni nostri.
Se chiudiamo gli occhi e proviamo a capire il nostro stato d’animo, parrà strano, ma non sarà difficile riprenderci il sogno con il quale anche Andersen seppe scrivere quella fiaba che ancor oggi è l’immagine che ti si spalanca davanti agli occhi se ti ritrovi ad osservare la baia delle favole, nome che gli diede proprio Enzo Tortora la sera di quella
trasmissione televisiva , e che il conduttore estrapolò proprio dalla narrazione che ne fece Hans Cristian Andersen nel suo diario di viaggio.
Il Festival che si tiene a Sestri Levante dal 1967, dedicato a bambini e ragazzi con convegni, teatro di strada, incontri con scrittori e narratori, laboratori nelle scuole, mostre e grandi spettacoli, e che culmina con il premio letterario della fiaba inedita, conosciuto in tutto il mondo.
Ricorre dunque quest’anno il 50°anniversario ed il programma è molto vario ed articolato. Se nel cuore e nella mente di chi ci legge, alberga una fiaba inespressa, può essere l’occasione di renderla manifesta. Scadenza per la partecipazione, il 7 aprile 2017.
Lo scrivere in fondo altro non è che la linea diretta che porta al cuore le parole che vedi con gli occhi, ti arrivano al cervello e ci finiscono dentro con tutta la loro energia, anche se penetrandovi non fanno mai alcun rumore.
Ne è un esempio, la fiaba vincitrice dell’anno scorso, sezione adulti, Oceano, nave “animata” che trasporta gli immigranti di Maria Adelaide Faccenda e la fiaba vincitrice, sezione ragazzi, Il lupo di Sara Pellacini, dove il ruolo dell’animale viene ribaltato e si fa figura tragica.