Pablo Picasso. Onore all’artista, dibattito sull’uomo

“La sensibilità di Picasso nei confronti delle donne oscillava da un’estrema tenerezza in una mano a un odio violento nell’altra: la via di mezzo era improbabile se non oltraggiosa” ha scritto Patrick O’Brian, uno dei suoi biografi.

“Non nascondiamocelo – dichiara la ministra della Cultura francese Rima Abdul Malak – oggi ci sono molti dibattiti sulla ricezione dell’opera di Picasso, in particolare sul suo rapporto con le donne. Per condurre le giovani generazioni verso la sua arte, dobbiamo fornire loro le chiavi di lettura del suo lavoro, della sua vita e aprire spazi di scambio per abbracciare la sua opera nel suo insieme, e mostrare tutte le sfaccettature, tutte le possibili letture del suo lavoro”.

La questione su come riferirsi a Pablo Picasso – un uomo dalla personalità in chiaro scuro ma artista tra i più influenti del XX secolo, mentre si avvicina il cinquantenario della sua morte e che scelse fin da subito di firmare le sue opere con il cognome materno  – rimane aperta.

E ne discutono soprattutto la Spagna, paese dove l’artista nacque di origine (Malaga, il 25 ottobre 1881 e la Francia, paese dove trascorse gran parte della sua lunga vita e dove morì, (Mougins,8 aprile 1973), in procinto della commemorazione comune che i due Paesi dedicano all’artista.

Se la figura dell’uomo è controversa, indiscutibile sono invece il valore e l’importanza della sua arte. Un capolavoro fra i tanti, il Querinica è esemplare della dicotomia di Picasso e dell’ ammirazione universale nei suoi confronti.

L’opera, esposta la prima volta all’Universale di Parigi nel 1937, che rivelò al mondo la brutalità della Guerra civile in corso in Spagna. Il 26 aprile di quell’anno gli aeri tedeschi e italiani affiancarono le truppe nazionaliste del generale Francisco Franco (sarà poi il dittatore del Paese iberico) e bombardarono la città basca di Quernica radendola al suolo.

Picasso, su commissione del Governo Repubblicano spagnolo, compose il dipinto su una tela di iuta grezza di 23 metri quadrati in soli 2 mesi, come manifesto di protesta contro la violenza, la distruzione e la guerra in generale.  Poco apprezzata all’esposizione parigina, è divenuta nel tempo il simbolo prima della fine del regime franchista e poi della resistenza europea al nazionalsocialismo ed esposto alla Palazzo delle Nazioni Unite di New York.

Replica infatti sulla questione il ministro della cultura spagnolo Miquel Iceta “Il nostro obiettivo, in definitiva, è quello di rivendicare l’eredità artistica di Picasso e la validità del suo lavoro. Se c’è un artista che definisce il XX secolo, che lo rappresenta con tutta la sua crudeltà, violenza, passione, eccessi e contraddizioni, questo è senza dubbio Pablo Picasso. Ci permetterà inoltre di confrontarci con lui da una prospettiva contemporanea, aiutandoci a capire con gli occhi di oggi un artista che è ancora vivo a 50 anni dalla sua morte”.

E dunque dal prossimo ottobre si aprirà la stagione degli eventi per il cinquantenario preparata, dicevamo dalla Francia e dalla Spagna: tante mostre nelle maggiori istituzioni artistiche di Europa e Stati Uniti.  Quarantadue saranno le esposizioni e i percorsi tematici ospitati da 38 musei, tra i quali Il Metropolitan e il Guggenheim di New York e il museo delle Belle Arti del Belgio.

 

 

Immagine: Pablo Picasso e la fotografa francese, Dora Maar; 2) Quernica, arazzo di Picasso esposto al palazzo delle Nazioni Unite

 

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