Margaret Bourke-White. Storia del fotogiornalismo
Margaret Bourke-White, fra le pioniere del fotogiornalismo, nacque a New York nel 1904.
Avviati gli studi universitari di biologia, frequentò contemporaneamente dei corsi di fotografia che la condussero, appena ventenne, a scattare le sue prime immagini e nel 1927 a scegliere di diventare una professionista, nonostante la laurea conseguita nello stesso anno alla Cornell University. Allestì nel suo appartamento di Cleveland (Ohio) il suo primo studio fotografico.
Man mano che andava specializzandosi in fotografie di architettura e industria archiviando commissioni, finì con attirare l’attenzione di Henry Luce, fondatore delle riviste Time e Fortune, il quale nel 1929 le chiese di diventare il primo fotografo dello staff di Fortune.
Nel 1936 quando Luce lancerà la celebre rivista Life, Bourke-White si unirà allo staff e la sua fotografia Fort Peck Dam, Montana, appena scattata, sarà sulla prima copertina del giornale.
Come la celebre collega Dorothea Lange, gli inizi della carriera di Bourke White coincisero con la Grande Depressione degli anni Trenta e fu coinvolta nell’importante campagna fotografia della Farm Security Administration, che la portò nel Sud degli States a raccogliere materiale.
Partì con lo scrittore e futuro marito Erskine Caldwell (1903 – 1987). Dopo aver trascorso 18 mesi viaggiando attraverso le strade del Profondo Sud dalla Carolina del Sud all’Arkansas, registrando le disperate condizioni di povertà della gente rurale negli anni della Depressione, Caldwell e Bourk – White composero il libro You Have Seen Their Faces, pubblicato per la prima volta nel 1937. Nel testo – ormai un classico – Caldwell lascia la voce agli intervistati, si limita a un piccolo commento di supporto, il resto è affidato alle immagini di Bourke – White. Ne esce la storia di gente nera e bianca ugualmente sfruttata dai proprietari terrieri che ne favoriscono l’animosità.
Bourke – White è famosa – oltre per aver contribuito alla documentazione dell’impatto della Depressione nel Midwest americano – per aver fotografato, tra i primi, la Russia sovietica e l’interno dei campi di concentramento nazisti di Erla e Buchenwald alla fine della Seconda guerra mondiale, l’industria tedesca e le ultime fotografie del leader indiano del movimento della non violenza, Mahatma Gandhi.
Di fatto una protagonista della storia del fotogiornalismo; una Prima donna, Margaret Bourke – White, esattamente come s’intitola la mostra a lei dedicata al Museo di Roma in Trastevere fino al 27 febbraio 2022.

Oltre 100 fotografie provenienti dall’archivio Life di New York, suddivise in 11 sezioni in ordine cronologico, espressione del talento di questa fotogiornalista che documentato quanto fin qui raccontato e molto di più.
Il ciclo di incontri e di approfondimenti aperti al pubblico intorno ai temi della fotografia e dell’identità femminile completa la mostra curata da Alessandra Mauro e promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; organizzata da Contrasto e Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con Life Picture Collection, detentrice dell’archivio storico di LIFE. Catalogo edito da Contrasto.
Immagini: 1) la fotoreporter Margaret Bourke-White e i suoi celebri scatti: 2) 1936, Fort Peck Dam, Montana, scelto per la prima copertina della rivista ‘Life’; 3) 1940, alunne rumene in uniforme, salutano ‘romanamente’ come voleva il fascismo