Mahalla. L’esperienza uzbeka alla Biennale di Architettura di Venezia
Per la prima volta l’Uzbekistan partecipa alla Mostra Internazionale di Architettura con un padiglione proprio che rappresenta il mahalla, il quartiere urbano che storicamente rappresenta soprattutto un modo di vivere, in grado di unire gruppi etnici e religiosi attraverso la creazione di un’identità comune basata sulla residenza condivisa che crea a sua volta una forma di vita con le sue tradizioni e i suoi riti.
Ecco perché le autorità uzbeke, presenti all’inaugurazione del padiglione lo scorso 21 maggio, hanno sottolineato come questo modo di vivere, tipico del loro Paese, caratterizzi un fenomeno utile anche per l’Europa. Dal quale imparare prima che sia troppo tardi, perché sotto le pressioni economiche, per la mancanza delle infrastrutture necessarie ma anche per il cambiamento delle abitudini delle persone, molti mahalla sono destinati a scomparire.
Mahalla: Urban Rural Living – questo il nome del progetto multidisciplinare uzbeko alla Biennale – ricostruisce una casa di corte; o meglio fa viaggiare virtualmente all’interno di una casa di corte attraverso le immagini in 3D dell’app creata appositamente per l’occasione (qui per Apple, qui per Android), dall’interno di una struttura metallica gialla completata da 12 fotografie di Bas Princen, con il sottofondo musicale composto da Carlos Casas, che riporta ai suoni quotidiani dei mahalla.
Il progetto, curato da Christ e Gantenbeim, si propone un obiettivo educativo e accademico pienamente centrato secondo Roberto Cicutto, presidente della Biennale, per il quale Mahalla: Urban Rural Living è soprattutto “un’indicazione di metodo” un esempio di “architettura umana” che sa raccontare il “vivere insieme sia dal punto di vista abitativo sia da quello delle comunità, sposando pienamente con i tempi in cui viviamo e con le intenzioni della Biennale”.
La Biennale di Architettura di Venezia, aperta dal 22 maggio e che andrà avanti fino al 21 novembre 2021 è curata dall’architetto, docente e ricercatore Hashim Sarkis, che ha scelto per questa 17° edizione il tema/domanda How will live together? (Come vivremo insieme?) alla quale rispondono i lavori di 112 partecipanti, provenienti da 46 Paesi, soprattutto dell’Africa, Asia e America Latina.
Immagini: Venezia, Biennale Architettura 2021, Padiglione dell’Uzbekistan