Libera e disobbediente nel cuore di Amman. She Fighter

lina-khalifeh-Le arti marziali, oltre ad essere una filosofia di vita, rappresentano una delle forme di legittima difesa più civili di una comunità umana e, forse, non è un caso che per combattere la violenza di genere, ad Amman, in Giordania, una giovane donna di 30 anni, Lina Khalifeh, campionessa di Taekwondo, da oltre 7 anni insegna alle donne le tecniche di autodifesa. Ad oggi con il suo metodo SheFighter, ha formato oltre 12.000 donne.

Come nasce la passione per le arti marziali in Lina? Fin da bambina era spinta a confrontarsi con i maschi che spesso le infliggevano atti di bullismo e così inizia il suo approccio con le arti marziali. Sulla pagina Linkedin di She Fighter, leggiamo: “Shefighter è uno studio di autodifesa per donne. solo del Medio Oriente, progettato per potenziare le donne sia fisicamente che psicologicamente attraverso l’allenamento di autodifesa.

I livelli di formazione sono quattro: 1 livello rosa (Principiante); 2, livello argento (Intermedio); livello 3, Nero (Avanzato); livello 4, Oro (Master). Si va dai 2 mesi di allenamento per il livello Principiante ai 9 mesi per il livello Master.

Il sistema articolato in livelli permette alle partecipanti di raggiungere i seguenti traguardi: 1. Disciplina; 2. Rispetto; 3. Forza; 4. Velocità; 5. Flessibilità e più che ogni altra cosa, 6. Fiducia. Una sorta di movimento che invita tutte le donne del Medio Orienta a credere in loro stesse e a diventare una “fighter”, una lottatrice.

Lina inizia ad allenare le ragazze nella cantina della casa dei genitori. L’idea nasce in lei poiché non vede realmente una soluzione per la violenza di genere. Affermazione cruda che lascia poco spazio alla speranza di un cambiamento. Lina ha più di 17 anni di esperienza nella pratica delle Arti Marziali, oltre al Taekwondo ,pratica Kick-boxing, Kung Fu e Boxe. Ha rappresentato la Giordania come cintura nera in Taekwondo, in molti campionati nazionali ed internazionali. Nel suo ruolo di allenatore è certificata anche in Canada e in Nord America.

Perché proprio il Taekwondo?

Taekwondo, tra le arti marziali, come il Karate o il Kung fu, presuppone quasi un’assenza di contatto, le due persone che lottano si mantengono a distanza. Tuttavia è molto rapido e veloce è questo permette di sprigionare una forte energia e un alto livello di reattività. Inoltre, presuppone un acuto senso di osservazione. Forse l’arte marziale per eccellenza per una donna, basato sulla rapidità, lo spirito di osservazione e lo scarso contatto.

Riconoscimenti a Lina

Il 20 Maggio 2015 Barack Obama durante la cerimonia del Global Entrepreneurship menziona Lina, evidenziando come di fronte all’ennesimo abuso di una sua amica, decide di fare qualcosa per le donne vittime della violenza maschile e la ringrazia per il suo operato. Si augura che le donne possano vivere con dignità e in sicurezza.

Il 25 ottobre 2016 le viene consegnato il premio Female Entrepreneur of the year 2016 al Women in Leadership and Economic Conference tenutasi a Dubai.

Il 15 Ottobre 2014  vince il Women in business Global Award che si è svolto nella sede di Ginevra delle Nazioni Unite.

Il 15 aprile 2013 la  squadra di SheFighter partecipa a uno dei programmi di imprenditoria femminile svedesi, organizzati a Stoccolma, ricevendo un Certificato di apprezzamento.

Il 15 ottobre 2013 la sua iniziativa viene scelta come una delle migliori idee di business sociale nella regione MENA del Brasile.

Libere di essere

fightersSul quotidiano online The Guardian leggiamo la testimonianza di una ragazza che ha partecipato al programma Shefighter: “Ho riconosciuto il valore dell’allenamento per l’autodifesa solo mentre lottavo per scappare dalle mani del mio aggressore; ho sentito di avere una fiducia in me che non avevo mai avuto. Sono stata in grado di trascendere dalla mia paura e proteggere me stessa; è stato un sentimento incredibile”.

Libere disobbedienti innamorate è il titolo di un film della regista palestinese Maysaloun Hamoud, appena uscito nelle sale italiane. Il film narra le vicende di tre donne arabe a Tel Aviv. Un affresco sula questione femminile rispetto all’integralismo religioso. Una storia di amicizia e di solidarietà. Non sappiamo se Lina sia innamorata, ma sicuramente è libera è disobbediente, con l’obiettivo principe di liberare le donne dai lacci mortificanti e mortiferi della violenza maschile in ogni sua declinazione.

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