Agli Uffizi il Codice Leicester si sfoglia col Codescope digitale
Torna a Firenze Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci, in occasione dei 500 anni dalla morte dal grande genio (1519-2019). Alla Galleria degli Uffizi dal 29 ottobre al 20 gennaio 2019, nella mostra Codice Leicester è esposto, a cura di Paolo Galluzzi,”L’Acqua Microscopio della Natura, il prezioso documento di proprietà di Bill Gates dal 1994, dopo averlo acquistato da Armand Hammer.
Una delle opere più importanti del grande toscano, forse la sua unica opera unitaria: 72 pagine che racchiudono gli studi di Leonardo sull’acqua e i suoi movimenti (la sua potenzialità positiva sfruttandone l’energia e i rimedi per controllarne gli effetti devastanti), la costituzione della Luna e la natura della sua luminosità, l’origine dei fossili e la Terra con la trasformazione dei suoi paesaggi. Annotazioni, correlate da disegni, che Leonardo scrisse tra il 1504 e il 1508, quando oltre a dedicarsi alla sua attività artistica, studiava anatomia presso il fiorentino Ospedale di Santa Maria Nuova, la realizzazione del volo umano e cercava soluzioni per rendere l’Arno navigabile fino al mare.
L’unico codice leonardesco in mano ai privati fin dal XVII secolo, Il Codice Leicester (dai conti di Leicester che ne furono proprietari dal Settecento fino al 1980, poi venduto a Hammer e, quindi a Gates) è un fitto manoscritto “alla mancina” ovverosia con la scrittura a specchio, da destra a sinistra come Leonardo soleva fare, di difficilissima lettura. Un ostacolo superato dagli Uffizi grazie al Codescope, un innovativo sussidio multimediale che permette al visitatore di sfogliare i singoli fogli sugli schermi digitali, che riportano, oltre alla trascrizione del testo, dettagliate informazioni dei temi trattati.
Frutto di oltre 2 anni di lavoro compiuto dalla Galleria in collaborazione con la Fondazione CR Firenze e il Museo Galileo, la mostra L’Acqua Microscopio della Natura, accanto al Codice espone altri scritti e disegni, provenienti da istituzioni italiane e straniere, come il Codice sul volo degli uccelli, quattro fogli del Codice Atlantico e bifogli del Codice Arundel. Un compendio leonardesco, dunque, teso a rendere “accessibili temi molto complessi della ricerca scientifica – come afferma Eike Schmidt, direttore della Galleria – per contestualizzare episodi fondamentali della storia scientifica, in una prospettiva del tutto contemporanea”.