Ambiente. Operandum, soluzioni naturali contro le catastrofi naturali

Il 3 luglio 2018 è stato avviato OPERANDUM, il progetto internazionale finanziato da Horizon 2020 e coordinato dall’Università Alma Mater di Bologna, per contrastare  con rimedi naturali i rischi provocati dal cambiamento climatico nel Vecchio Continente.

Eventi climatici estremi dei quali l’Europa è tutt’altro che ai ripari. L’AEA (Agenzia ambientale europea) nel 2017 ha pubblicato il rapporto Climate change adaptation and disaster risk reduction in Europe, dove ha documentato, dal 1980 al 2016,  gli eventi più nefasti  per la salute umana, l’ambiente e l’economia accaduti nel Vecchio Continente a causa del riscaldamento globale. Trentasei anni durante i quali si sono sommati danni equivalenti a 450 miliardi di euro, a causa dei fenomeni che la stessa Agenzia ha classificato come i maggiori 10 pericoli naturali, che sono: le ondate di calore, le piogge torrenziali, gli straripamenti dei corsi d’acqua, le tempeste di vento, le frane, le siccità, gli incendi boschivi, le valanghe, le grandinate e le mareggiate.

I fenomeni più frequenti registrati sono stati le inondazioni, causando il 40% dei danni, seguite dalle tempeste (il 25%), la siccità (intorno al 10%) e le ondate di calore con il solo 5% di danni, ma che provocano il maggior impatto sulla salute umana soprattutto sui soggetti più fragili.  Secondo le previsioni, questi fenomeni sono destinati ad aggravarsi: verificandosi sempre più spesso, per più tempo e su più aree.

Soluzioni naturali per rimedi avanguardistici

Per lenirne l’impatto il progetto OPERANDUM mira alle soluzioni naturali (nature-based solutions, NBS), in grado di fornire rimedi alternativi, sostenibili e flessibili. Un programma che l’Unione Europea ha inserito nella propria agenda per le politiche di ricerca e innovazione, con l’intento di diventare il Continente leader nella gestione avanguardistica dei rischi ambientali.

Un punto di arrivo, dopo ricerche incentrate sulla valutazione e previsione dei cambiamenti nella biodiversità, sulla comprensione delle dinamiche degli ecosistemi, sull’analisi delle relazioni tra ambiente, società ed economia, sui singoli pericoli, sulla valutazione dell’esposizione e della vulnerabilità e del rischio.  Conoscenze che consentono di gestire, conservare e riabilitare meglio i nostri ecosistemi e in modo sostenibile per le generazioni future.

Innovare con la natura

Innovare con la natura per società più sostenibili e resilienti, lavorare con la natura e non contro la natura sono gli obiettivi che si dà l’Europa, ricorrendo alle pratiche della NBS che permettono di ottenere benefici ambientali adattati alle caratteristiche locali e, contemporaneamente, benefici per la crescita economica grazie alle sue concezioni innovative, in grado di creare nuovi posti di lavoro attraverso la produzione di nuovi prodotti e servizi. Esempi di pratiche NBS sono l’implementazione vegetale per rafforzare gli argini dei fiumi, o bacini e zone di assorbimento per bloccare l’acqua piovana, la realizzazione di dune di sabbia per ridurre l’erosione costiera.

Horizon 2020, il programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione, finanzia il progetto OPERANDUM (acronimo per OPEn-air laboRAtories for Nature baseD solUtions to Manage environmental risks) con 12, 2 milioni di euro per 4 anni, ai quali vanno aggiunti i circa 2 milioni provenienti da Cina e Australia.

Il progetto, che coinvolge 26 partner internazionali, prevede l’avvio di 10 laboratori aperti (Open-Air-Lab), dislocati, oltre che in Italia, in Austria, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Regno Unito e, fuori dell’Europa,  in Australia, Cina e Hong Kong, che opereranno nell’ambito delle 2 tematiche principali: la resilienza territoriale e il riadattamento urbano. Insieme i laboratori, in costante dialogo fra loro e aperti alla società civile, costituiscono la piattaforma sperimentale di riferimento per tutta l’Europa, in ambito NBS.

Tra i 7 progetti H2020 nature-based solutions finanziati negli anni 2016-17, OPERANDUM è l’unico con il coordinamento italiano, affidato a Silvana Di Sabatino (nella fotografia a lato), docente di Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia dell’Alma Mater. L’Università di Bologna con i partner ARPAE e Rina realizzerà una duna di sabbia per contenere l’erosione costiera lungo il delta del Po; mentre con CIRA e CMCC fornirà modelli di sviluppo NBS per scenari futuri scaturiti dal cambiamento climatico.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.