Cosa si nasconde dietro gli indumenti che indossiamo?

Cosa si nasconde dietro gli indumenti che indossiamo? Tanti rischi sociali e ambientali, almeno dietro alla moda low-cost e fast fashion. Il settore low-cost (a basso costo) si contraddistingue per il ritmo serrato delle nuove collezioni di abiti e accessori, la fast fashion, per l’appunto, che negli ultimi 15 anni  ha raddoppiato la produzione mondiale. Perché è molto comprata, esaudisce la voglia di cambiare spesso abito ed essere alla moda anche ai  portafogli più magri, ma riduce del 36% la durata media di un capo, che si stima, sia indossato mediamente 7-8 volte e poi eliminato dal guardaroba. Perché c’è il nuovo da indossare o perché, spesso, il capo, carino e rigorosamente alla moda  ma di qualità  scarsissima, non regge all’usura più di tanto.

L’aumento della produzione ha aumentato l’impatto socio-ambientale di questo tipo di industria. Ed eccoli qui i rischi e i pericoli,   denunciati  da Mani Tese,  l’ong che si batte per la giustizia nel mondo e che si prepara ad accogliere i visitatori alla sua mostra milanese    The Fashion Experience – La verità su quello che indossi, dal 21 al 30 giugno 2019, in piazza XXIV Maggio.

Un’installazione interattiva,   dalla quale si potrà apprendere, per esempio, che in media per produrre un paio di jeans vengono impiegati 3.800 litri d’acqua, 12 mc di terreno e 18,3 Km/h di energia elettrica, con una somma di emissioni di gas serra di 33,4 kg di C02. Se, come dicono i volontari di Mani Tese, la produzione di jeans saluta ogni anno 3,5 miliardi paia è facile valutarne  il complessivo impatto ambientale.

Dal punto di vista sociale, invece, il lavoro del settore fast fashion – la cui intera filiera, dalla raccolta del cotone alla fabbrica o laboratorio, costituisce la seconda industria –  c’informa Mani Tese, si basa spesso sullo sfruttamento di donne e minori: 152 milioni di bambini al mondo, che lavorano e in modo pericoloso fino a 12 ore al giorno.

Ma oltre alla denuncia, Mani Tese offre soluzioni  con modelli d’impresa alternativi e sostenibili  che si basano, prevalentemente, sulla circolarità.  Questo è l’obiettivo di The Fashion Experience, diffondere la consapevolezza sui rischi sociali e ambientali e promuovere i modelli e i processi industriali che siano in grado di assicurare i diritti dei lavoratori del settore e proteggere le risorse naturali; la proposta di una nuova economia che sappia sviluppare redditività nel rispetto dei principi etici  e inclusivi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.