I nativi digitali sono cittadini digitali?
Ormai di uso comune è l’attribuzione ai più giovani di competenze informatiche, come se fosse per loro quasi naturale espletare abilità digitali. Ma sono davvero tanto digitalizzati i nostri studenti e le nostre studentesse?
In prima battuta la risposta sembrerebbe positiva soprattutto se si considera il fatto che si tratta di una generazione cresciuta a latte e tablet, smrtphone, play station, etc etc. Il vecchio bebè di inizio secolo in seno all’informatica parrebbe vantare competenze da senior. Pertanto, sarebbe agevole pensare che l’esperienze della didattica a distanza e di altre iniziative di formazione siano vissute con la naturalezza propria di chi ha dimestichezza con il magma informatico. Senza intoppi, senza difficoltà. Semmai imputabile come sempre la scuola in quanto istituzione vetusta e restia ai cambiamenti.
Invece, sorpresa delle sorprese, se si osservano da vicino i e le discenti nell’era Covid si scopre qualche irreversibile magagna nel loro modus operandi; ad esempio in preda alle iscrizioni in seno a piattaforme digitali studenti e studentesse di scuola secondaria di secondo grado presentano un certo grado di disorientamento. Se non riescono nell’impresa, lamentano di non ricevere la mail di risposta che attesta il successo del processo d’iscrizione, imputando “la colpa” al sistema, in questo caso, digitale.
Nel momento che viene chiesto loro quale indirizzo hanno lasciato, chi non lo ricorda, chi ne ha lasciato uno errato e chi, infine, dichiara di aver dato i irferimenti della posta ufficiale, ossia la casella con il proprio nome, cognome e il dominio dell’istituto d’istruzione che sta frequentando. Un dominio istituzionale che non è abilitato a ricvere email esterne al sistema. Semplice, giusto. Una modalità finalizzata anche a salvaguardare la loro privacy. Eppure sono in molti a non conoscere questo particolare, importante.
I nostri giovani seppur sanno utilizzare perfettamente molti programmi, di fatto. forse, devono apprendere a muoversi nel digitale come cittadini attivi, con un senso critico nei confronti della rete e delle insidie ad essa connesse. E, oggi più che mai, la consapevolezza del proprio agire è determinante sia a livello personale, sia sul piano sociale.
Si fa stringente la necessità di un’educazione digitale che promuova lo sviluppo di un sapere informatico sia teorico che pratico, dunque una competenza specifica: utilizzare gli strumenti digitali in maniera responsabile, così da abilitare comportamenti corretti che hanno un peso anche nella vita reale .