Parte DART. La prima missione spaziale di difesa planetaria
24 novembre 2021, dalla base Vandenberg (California -Usa), parte la sonda DART della Nasa a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. Si tratta della prima missione spaziale di difesa planetaria.
DART è l’ acronimo per Double Asteroid Redirection, locuzione che indica esattamente il suo obiettivo provare a deviare l’asteroide Dimorphos dalla sua orbita. Tranquilli: Dimorphos non è in rotta di collisione con la Terra (gli esperti escludono tale il pericolo per almeno i prossimi 100 anni) si tratta di una “prova generale” per vedere se il metodo di difesa funziona.
Quel che ci preme sottolineare qui, però, è la presenza italiana nella missione.
Le tecnologie italiane
Oltre al coinvolgimento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il nano satellite LICIAcube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids) di cui è provvista la sonda DART è completamente Mady in Italy: per progettazione e costruzione, sviluppato dall’Argotec di Torino in collaborazione con INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), Politecnico di Milano e Università di Bologna.
Il suo compito sarà scattare fotografie – con una con una risoluzione di circa 4 Megapixel – dell’impatto che, dopo circa 2 ore, arriveranno agli scienziati sulla Terra.
Le avanzatissime tecnologie sviluppate per LiciaCube, che rientrano nell’ambito dell’Autonomous Navigation, sono state spiegate alla stampa da David Avino, amministratore delegato di Arogotec “Abbiamo creato una piattaforma che è in grado di navigare in modo autonomo. Questa è una tecnologia molto importante che avrà, sicuramente, delle altre applicazioni; noi le stiamo già applicando in altri satelliti, soprattutto nelle costellazioni dove una cosa molto importante è cercare di rendere i satelliti il più indipendente possibile”.
“Nello stesso momento un’altra tecnologia importante è stata sviluppata attraverso l’Intelligenza Artificiale per il riconoscimento automatico completamente autonomo di target- prosegue Avino -. Questo era necessario soprattutto poiché il nostro satellite LICIAcube viaggia molto lontano dalla Terra, circa 11 milioni di chilometri di distanza dalla Terra e comandarlo dal nostro centro di controllo sarebbe stato quasi impossibile, perché c’ è un ritardo di circa 40 secondi”.
LiciaCube sarà “l’oggetto completamente costruito in Italia” che andrà più lontano nello Spazio.
“Sicuramente un record per la nostra azienda ma anche un record per la nostra nazione – rimarca condivisibilmente Aviano-. Nel momento in cui il satellite LICIAcube avrà terminato la sua fase principale che è quella di scattare tutta una serie di immagini di questo impatto della sonda DART sull’asteroide continueremo, dal centro di controllo, a monitorare la vita del satellite e, nello stesso momento, continueremo a fare una validazione operativa di una serie di algoritmi anche di Intelligenza Artificiale che ci servirà per il futuro anche per migliorare quelli che sono i nostri prodotti sviluppati qui in Italia dall’Argotec”.
Nel 2026 HERA ci dirà se DART ha centrato l’obiettivo
Tornando alla missione nel suo complesso, la prova generale ossia lo schianto di DART – guidata da un sensore d’assetto realizzato da Leonardo – contro la superficie del piccolo Dimorphos (diametro di circa 160 metri), per cercare di deviarne l’orbita è avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2022; il successivo 12 ottobre la notizia che la missione Dart ha colto nel segno.
Nel 2026, la seconda missione – denominata HERA – andrà a verificare da vicino se l’impatto avrà centrato l’obiettivo.
Anche la realizzazione di HERA dell’Agenzia spaziale europea (European Space Agency, da cui l’acronimo ESA) vede un importante contributo dell’ASI e dell’industria aerospaziale italiana.
Il programma di difesa planetaria
Il programma di difesa planetaria studia i pericoli derivanti dai possibili impatti di corpi celesti con la Terra. Oltre alle osservazioni e le analisi previsionali, l’Europa e gli Stati Uniti lavorano anche sul versante della difesa da un eventuale futura minaccia della caduta di un asteroide sul nostro Pianeta.
L’ESA ha lanciato il suo programma di difesa spaziale chiamato Space Safety nel 2019. Consiste nella costruzione di avanzati occhi telecopi FlyEye che scrutando continuamente il cielo sono in grado di migliorare le capacità computazionali che predire in tempo i rischi degli eventuali impatti.
Il monitoraggio a Frascati
L’Italia, abbiamo visto, è tra i Paesi europei protagonisti del programma di difesa planetaria. Oltre all’importante contributo nelle missioni DART e HERA, dallo scorso ottobre alla base di Frascati (Roma) dell’ESA è stato inaugurato un nuovo centro NEOCC (Near-Earth Object Coordination Center – Centro principale dell’Ufficio per la difesa planetaria dell’Agenzia spaziale europea). Compito del Centro, ha spiegato l’ASI è “monitorare le orbite di asteroidi e comete nel Sistema Solare e valutare la minaccia rappresentata da eventuali rocce spaziali che si avvicinano alla Terra”.
Luca Coversi, responsabile del centro ha aggiunto che si tratta di occhi in più, posto che le “osservazioni e i dati sugli asteroidi provengono da tutto il mondo” e ogni giorno il Centro di coordinamento “utilizza i dati per determinare l’orbita e il rischio di impatto di questi antichi corpi celesti”.
Rimaniamo tranquilli, dunque, non sarà la collisione con un asteroide a eliminare la nostra specie, com’è capitato agli sfortunati dinosauri (centinaia di milioni di anni fa). Il pericolo che ci riguarda, piuttosto, è l’affollamento dei satelliti e i troppi detriti delle nostre attività spaziali. Ma questo è un altro discorso. Forse… .
Immagini: 1-2 LICIACube scatterà fotografie – con una con una risoluzione di circa 4 Megapixel – dell’impatto della sonda DART sull’asteroide. Le immagini arriveranno agli scienziati sulla Terra dopo poche ore; tecnologia provvista di intelligenza artificiale per il riconoscimento autonomo del target; 3) gli ‘occhi’ telecopi FlyEye dell’ESA per il monitoraggio degli asteroidi; Frascati (Roma) dove nell’ottobre 2021 è stato inaugurato il Centro NEOCC