Gastronomia del futuro. L’Asia toglierà lo scettro all’Europa?

“Le cucine del futuro continueranno, come quelle del passato, a essere specchio dell’importanza che ogni nazione attribuisce al benessere e al mantenimento dell’identità.” Così si apre il recente articolo su taccuinigastrosofici.it, il sito di cultura alimentare di Alex Revelli Sorini, professore universitario di gastrosofia e Susanna Cutini, giornalista ed esperta di tradizioni gastronomiche.

Il pezzo – dal titolo Il futuro alimentare. Crescita delle cucine asiatiche e meticce, ci spiega che “com’è accaduto storicamente prima alla cucina araba, poi a quelle italiana, francese e americana, si può fare la previsione che le prossime culture culinarie egemoniche saranno quelle cinese, indonesiana e indiana” perché “si tratta delle cucine delle future potenze geopolitiche, e il loro modello di consumo si adatta molto bene alle esigenze del mondo che verrà: cibi variegati, che possono essere serviti in singola porzione o in movimento; perfettamente adattati per pasti veloci o per spuntini continuati”.

Lo spessore della propria traccia nel mondo e al tempo stesso lo sviluppo di nuovi modelli di vita abbatteranno le storiche catene nordamericane del cibo veloce. “In ogni caso, gli Stati Uniti non avranno più il monopolio del modello alimentare della classe media – riporta l’articolo – e si affermeranno sempre di più le catene di fast food asiatici, africani e dell’America latina”.

La globalizzazione, infine, porterà a “un significativo sviluppo del marcato degli alimenti religiosi e, in particolare, cresceranno gli adepti della dieta ayurvedica: in India, in Europa e in America”.

“Correlato allo sviluppo della cucina asiatica possiamo aspettarci una crescita della diffusione delle tradizioni culinarie irachena, pakistana e indonesiana”.

Come la cucina italiana potrà mantenere la propria supremazia

Da un sondaggio condotto in oltre 30 Paesi del mondo da YouGov Cambridge (centro di ricerca gestito da YouGov e dal Dipartimento POLIS della Cambridge University che vede i sondaggisti lavorare accanto agli accademici), risulta che subito dopo la propria cucina nazionale la più apprezzata è la cucina italiana.  Seguita, però da quella cinese, giapponese, thai e francese.

Una classifica, riportata in ordine, che sembra dimostrare che il futuro pronosticato dai nostri esperti di cui sopra, inizia a delinearsi: 3 gastronomie asiatiche tra le 5 più apprezzate, considerando Il primato della cucina italiana (84 punti) è indiscutibile ma il divario con la seconda in classifica (Cina, 78 punti) non è così ampio.

Che fare per mantenere la nostra supremazia? Se è vero, come dicevamo, che una cucina anche nel futuro continuerà a essere “specchio dell’importanza che ogni nazione attribuisce al benessere e al mantenimento dell’identità” potremmo non perdere lo scettro: il concetto di benessere lo conosciamo. Rimane solo da lavorare sul “mantenimento dell’identità”.

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