Raffaele Cantone. Quando le mafie usano la Sanità per ottenere i consensi del territorio
“Camorra, mafia, ’ndrangheta e Sacra Corona Unita mettono in atto un sistema che permette di favorire i propri affiliati nelle liste d’attesa per le cure e analisi mediche”. Così facendo “le organizzazioni criminali gestiscono quel consenso indispensabile per tenere sotto controllo la popolazione del territorio di loro interesse. Abbiamo avuto purtroppo in Campania il primo caso di un’azienda ospedaliera sciolta per mafia, dove il cognato del capoclan locale aveva un ufficio all’interno e stabiliva liste per accedere a prestazioni e gestiva gli appalti. In pratica un vero dominus ufficioso”. A parlare è Raffaele Cantone (nella foto a lato), presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), intervenuto al 18° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC) – La salute di domani, le tecnologie di oggi – che si è svolto a Roma dal 10 al 12 maggio 2018.
La corruzione può demolire la sanità pubblica
È noto che il settore della sanità ha sempre suscitato gli appetiti delle mafie per il notevole flusso di denaro movimentato attraverso gli appalti, ma l’accesso alle prestazioni come strumento per il consenso è una forma di corruzione che rappresenta secondo Raffaele Cantone “il primo e più profondo attacco all’esistenza stessa del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
La sanità pubblica si salva soltanto se non è sottoposta al saccheggio, ma per farlo, sottolinea Cantone, è necessario che chi abbia la conoscenza e la competenza le metta a disposizione dell’onestà e della trasparenza, nono soltanto per un’esigenza etica “ma per compiere una scelta conveniente che permetta di non mettere in discussione il sistema sanitario pubblico”.
La sfide delle nuove tecnologie: l’aiuto degli ingegneri clinici
Nella sanità i rischi di corruzione vengono anche dall’introduzione delle nuove tecnologie. “Non tutti sono all’altezza delle sfide tecnologiche implicite nell’acquisto di apparecchi avveniristici – continua il presidente anticorruzione – e questo fa sì che tali acquisti non siano sempre corretti”.
L’amministrazione ha pochissime competenze in grado di strutturare “un bando di concorso che sia all’altezza delle esigenze delle nuove tecnologie e questo incide sulla corruzione e sugli sprechi”.
Per questo Raffaele Cantone, rivolgendosi agli ingegneri clinici che l’hanno ospitato, ha chiesto loro che si facciano “parte virtuosa”, perché hanno gli strumenti di conoscenza e formazione adatti a supportare le amministrazioni nella sfida tecnologica”.