Da piccoli hanno vissuto nascosti perché figli di immigrati stagionali in Svizzera, il cui statuto vietava la loro presenza. Se scoperti rischiavano di diventare orfani di frontiera. Ora adulti, nonostante la loro realizzazione umana e professionale, non dimenticano. E riuniti nell’Associazione Tesoro, chiedono le scuse formali anche per evitare che il loro destino si ripeta per i figli degli immigrati di oggi. Il rischio c’è
Chiamami sottovoce, il romanzo appena uscito della scrittrice Nicoletta Bortolotti, prende lo spunto da una recente storia italiana ancora poco nota: i 15mila bambini italiani, che tra gli anni ’70 e ’80 del Novecento, hanno vissuto da clandestini in Svizzera. Mentre l’Italia si avviava a essere la sesta potenza mondiale
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