Un dente di pesce riscrivere la storia della domesticazione del fuoco

Nel sito di Gesher Benot Ya’aqov nella Valle di Hula, nel nord di Israele, il team internazionali di ricercatori delle Università Ebraica di Gerusalemme e di Tel Aviv e del Museo di Storia Naturale di Londra, ha rinvenuto tracce di cottura di cibo risalenti a più di 780mila anni fa.

La scoperta, pubblicata da Nature Ecology & Evolution, se confermata, anticiperà di 610mila anni una delle tappe decisive nella storia dell’evoluzione biologica e sociale umana, la domesticazione del fuoco finora fatta risalire a circa 125mila anni fa. Le specie antecedenti all’Homo sapiens, si è sostenuto finora conoscevano il fuoco e avevano imparato a controllarlo e a usarlo ma in modo rudimentale, non sapevano accenderlo e lo sfruttavano soltanto quando si innescava per motivi naturali.

La conclusione della sorprendete scoperta da parte del gruppo di ricerca deriva dagli scavi dei diversi livelli nel sito dell’ex lago Houla, prosciugato nel 1950 per combattere la malaria.

Il sito, come attestano gli autori dello studio, conserva “prove di attività di ominidi legate al focolare e un gran numero di resti di pesci d’acqua dolce”.

Qui gli archeologi hanno raccolto i “denti faringei” – i denti usati per frantumare le conchiglie appartenenti enormi carpe di quasi due metri, ora estinte.

Questi denti presentavano evidenti segni di usura – spiegano gli scienziati nell’artico – e nascondevano anche una sorpresa: “I cristalli nello smalto mostravano segni di bruciatura a temperature variabili in un certo senso che non corrispondeva ad un incendio spontaneo o accidentale”.

Gli autori dello studio non hanno dubbi che il pesce sia stato cucinato e “da qualcuno che sapeva il fatto suo” e che resti risalgono a 780mila anni fa “molto prima dell’invenzione della cottura dei cibi”.

La prova gli deriva “dall’analisi dimensionale-deformazione mediante diffrazione di raggi X da polvere” cui hanno sottoposto i resti dei denti i cui risultati “insieme ai dati archeologici e tafonomici” dimostrano come i pesci “erano stati cucinati e consumati in loco”.

“La prima prova – concludono i ricercatori nell’articolo – della cucina degli ominidi”.

 

Immagine: il gruppo di ricerca israeliano comprende: (da sinistra) Irit Zohar, Marion Prévost,  Naama Goren-Inbar,  Guy Sisma-Ventura, Nira Alperson-Afil, Israel Hershkovitz – photo by Tel Aviv University

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