Archeologia spaziale. Come il futuro scopre il passato

Nel libro Archaeology from Space How The Future Shapes Our Past, l’archeologa statunitense Sarah Parcak, rivela l’evoluzione, le principali scoperte e il futuro dell’archeologia spaziale, un’area di conoscenza in espansione che sta portando a scoperte straordinarie su antiche civiltà in tutto il mondo.

Dagli scorsi anni Novanta l’archeologia approfitta delle nuove tecnologie, affiancando alle tradizionali ricerche, l’utilizzo di radar con sensori, di satelliti e droni e applicando la nuova tecno – scienza del *telerilevamento. Strumenti innovativi che consentono di massimizzare l’efficienza delle ricerche e di ridurne i costi perché facilitano la rilevazione del suolo e del sottosuolo e l’identificazione di siti e di reperti archeologici interrati e garantiscono la tutela dei reperti portati alla luce dalle intemperie climatiche e dal vandalismo.

L’archeologa statunitense e specializzata in egittologia Sarah Parcak – classe 1979, laurea a Yale e dottorato alla Cambridge University – è esperta in telerilevamenti: ha utilizzato le immagini satellitari per identificare potenziali siti archeologici in Egitto, a Roma e in altri siti dell’Impero Romano.

Nel libro l’autrice ci mostra come il suo campo di studio consente di localizzare e mappare strutture e siti archeologici che altrimenti rimarrebbero nascosti. È uno sguardo dallo spazio che non solo rivela l’importanza dell’inesplorato, ma riesce anche a smantellare concetti che si credevano immobili rispetto a siti o tempi fondamentali della storia scoprendo insediamenti, strade, fortezze, centri cerimoniali sconosciuti fino ad ora o ubicati in luoghi dove pochi archeologi si sono avventurati.
Ricco di dati interessanti e aneddoti personali, l’Archeologia dallo spazio è un invito alla scoperta di questa nuova disciplina, cruciale per la conservazione dei resti materiali del passato, nonché per la storia delle civiltà.

“Le cose in cima ai siti sepolti sono influenzate da ciò che c’è sotto – spiega la studiosa riferendosi al suo lavoro – quindi, osservando diverse parti dello spettro luminoso, in particolare l’infrarosso vicino, medio e lontano, possiamo vedere queste forme e contorni in modi che non possiamo vedere a occhio nudo. È quasi come un sistema a raggi X posto nello spazio per aiutarci a visualizzare, in alcuni casi, intere mappe di antichi siti archeologici”.

Interessante, infine, la considerazione portatrice di speranza sulla natura umana che la Parkarc ha tratto dallo studio di migliaia di anni di storia attraverso il telerilevamento: “Penso di avere la stessa prospettiva della Terra che hanno gli astronauti“, dice Parcak. “Non vedo confini. Vedo quanto siamo connessi. E nonostante tutte le cose terribili che ci siamo fatti l’un l’altro, penso che siamo buoni al 51%”.

Pubblicato negli Usa nel 2019 il libro giunge ora in Europa in lingua spagnola per i tipi di Ariel (titolo La arqueología desde el espacio. Una forma revolucionaria de acercarnos a nuestro pasado), i testi in entrambe le lingue sono disponibili nella piattaforma Amazon. In attesa che vanga pubblicato anche in italiano, consigliamo la visione su YouTube dell’intervento della Parkarc sulla piattaforma Ted riportato nella nostra lingua.

 

*telerilevamento: dal greco ‘tele” che significa  ‘da lontano’ e ‘rilevamento”, ossia  l’ osservazione quantitativa o qualitativa,   (in inglese, remote sensing) generalmente indica l’acquisizione di informazioni su oggetti posti ad una certa distanza. Nello specifico è una disciplina tecnico-scientifica a scopo investigativo – diagnostico  attraverso le analisi e lo studio delle informazioni qualitative e quantitative sugli ambienti o luoghi distanti ricavate dai sensori che emettono radiazioni elettromagnetiche (emesse o riflesse) che interagiscono con le superficie prese in esame. Analizza e studia foto e/o dati numerici rilevati da aerei, satelliti, droni di tipo UAV o sonde spaziali. Va di pari passo dunque con l’evoluzione dei dei satelliti artificiali (nello specifico i satelliti per telerilevamento), delle telecomunicazioni satellitari e dei sensori di rilevazione

 

Immagini: 1) l’archeologa Sarah Parcak ritratta in uno scavo e a Roma. Esperta in telerilevamento  ha identificato potenziali siti archeologici in Egitto, a Roma e in altri siti dell’Impero Romano.

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