Nel sito Stevns Klint nasce il Museo dell’estinzione di massa

Nell’isola danese di Zealand,  sulla scogliera bianca di Stevns Klint, uno dei siti naturalistici e geologici più importanti del mondo (patrimonio dell’umanità Unesco dal 2014), è stato inaugurato il Museo dell’estinzione di massa.

Si torna indietro di circa 66 milioni di anni, quando, forse per la caduta di un meteorite, metà della vita sulla Terra venne spazzata via. E sparirono per sempre i famosi dinosauri. Un museo unico nel suo genere, offrendo oltre alla sua già eccezionale documentazione fossile, anche le prove dell’impatto dell’asteroide Chicxulub, secondo Reuters, e reperti  marini e sottomarini.

Inoltre, essendo stata la catastrofe di allora a dare forma allo “scenario del mondo come lo conosciamo oggi” ha spiegato alla stampa Tove Damholt, responsabile del patrimonio mondiale di Stevns Klint, il sito racconta una “storia globale che ha importanza per ognuno di noi”.

L’ osservazione del passato fa riflettere sulla vita in assoluto e, assicura Tove Damholt, nel sito si avverte “la speranza che la vita è forte e sopravvivrà”.

 

Immagine: Stevns Klint (isola di Zealand – Danimarca), la regina Margherita II a sinistra e la direttrice del Museo dell’estinzione di massa, Tove Damholt, inaugurato il 12 ottobre 2022. Fotografia tratta da reuters.com

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