200 bauli di 200 visionari per i 200 anni di Louis Vuitton
Per la prima volta, sono stati riuniti i leggendari bauli Louis Vuitton.
In occasione del bicentenario della nascita dell’omonimo fondatore del noto marchio di moda (4 agosto 1821 – 2021), una mostra presso la Maison de Famille Louis Vuitton ad Asnières-sur-Seine (Parigi), celebra fino al 6 giugno 2022 questi oggetti che tanto hanno contribuito alla fama della firma.
Successivamente i bauli viaggeranno per New York, Tokyo e Londra e a dicembre 2022 saranno battuti a un’asta organizzata da Sotheby’s e il cui ricavato sarà interamente devoluto al programma di borse di studio, avviato da Louis Vuitton per giovani creativi.
L’esposizione 200 Malles, 200 Visionnaires: the exhibition comprende 200 bauli creati da 200 talenti in vari campi, arte, cultura, scienza, sport, volontari umanitari, che hanno personalizzato l’iconico oggetto Vuitton, secondo la propria immaginazione e personalità.
A tutti loro è giunto l’invito di partire da una metaforica tela bianca 50 x 50 x 100 (corrispondenti alle dimensioni del primo baule disegnato da Louis Vuitton nel 1850) sulla quale hanno re-interpretato il baule con il risultato di “200 straordinarie trasformazioni tra concetti astratti ed espressioni artistiche” come racconta l’attuale direttore artistico della Maison, Ansel Thompson.
A piedi per Parigi
La fortuna di Louis Vuitton e del suo marchio è, infatti, strettamente legata al baule o meglio alla sua intuizione che presto i bagagli sarebbero diventati importanti, visto la rivoluzione dei trasporti in corso nella seconda metà dell’Ottocento.
Nato a (Lavans-sur-Valouse, in Borgogna, a 14 anni Louis Vuitton era già alla ricerca della propria fortuna. Per questo lasciò la città natale per recarsi a Parigi.
Ci arrivò a piedi nel 1837 e trovò lavoro come apprendista del famoso produttore di bauli e imballatore, Romain Maréchal.
Monsieur Maréchal era famoso. Nel ‘37 ancora i viaggi si compivano in carrozze trainate dai cavalli e in nave e i bagagli venivano maneggiati brutalmente e i viaggiatori, per proteggere i propri effetti, ricorrevano a artigiani specializzati nell’imballaggio.
Vuitton lavorò presso Maréchal per 17 anni e lì apprese la capacità di personalizzare le valigie e i bauli secondo le richieste dei clienti. Poi si sentì pronto per intraprendere l’attività in proprio e nel 1854, al civico numero 4 di rue Neuve-des-Capucines vicino a place Vendôme, fondò la sua maison.
Con il padre dell’Haute-Couture
La fama non tardò ad arrivare grazie all’intuizione di cui dicevamo e alla stretta collaborazione che Vuitton strinse con il couturier Charles Frederick Worth, sarto di corte dell’imperatrice Eugénie (moglie di Napoleone III), nonché padre dell’Haute-Couture e della moda dell’età moderna (fu primo a far sfilare le sue creazioni indossate da indossatrici in anticipo di una stagione e a cucire l’etichetta con il suo nome sui capi).
Il laboratorio. L’anima della creatività
Sulla scia del successo nel 1859 ad Asnières-sur-Seine, Vuitton fece costruire il suo leggendario laboratorio e la residenza di famiglia. Esattamente dove oggi si celebra il fondatore con la mostra, vi lavoravano, inizialmente, 20 dipendenti; nel 1900 erano 100 e dopo poco 10 anni, erano 225.
Il laboratorio nel tempo è stato ampliato ma è rimasto l’anima del brand, il luogo dove tuttora nascono le idee e dove 170 artigiani progettano e creano i prodotti di pelletteria e gli Ordini Speciali per i clienti di tutto il mondo.
Mentre la Maison di Famiglia si è convertita in un museo privato.
Le innovazioni
Vuitton aveva raggiunto il successo per aver sviluppato un tela rivestita impermeabile (magico tessuto, ma ancora anonimo) e per aver ripensati i bauli con i coperchi piatti, trasformando radicalmente la loro funzionalità.
La chiusura brevettata
Proseguì nel 1886 quando con il figlio Georges rivoluzionò le chiusure delle valigie – sempre in preda ai ladri – con un ingegnoso sistema di chiusura a cinque tamburi a molla (brevettato), tuttora utilizzato.
Il Monogramma
Nel 1896 la Maison lanciò il celebre marchio Monogram, ispirandosi al design orientale della tarda Età vittoriana. Fu un omaggio che Georges volle fare al padre Louis, morto a Parigi nel 1892.
Il famosissimo Monogram è formato dalle lettere LV disposte geometricamente e guarnite con quadrifogli stilizzati.
La tela Monogram, impermeabilizzata, di cui sono fatti baule, bauletti, borse ed ormai su tutti gli oggetti a firma Vuitton è diventata presto un inesauribile desiderio internazionale.
Immagini: 1-3) Asnières-sur-Seine – Parigi, bauli nella mostra ‘200 Malles, 200 Visionnaires: the exhibition’ in onore del bicentenario della nascita di Louis Vuitton (la foto 1 e 3 sono tratte dalla pagina Facebook, Lous Vuitton); 3) Vuitton e i suoi dipendenti in una fotografia d’epoca; 4) Asnières-sur-Seine – Parigi, il laboratorio, costruito nel 1859 e tuttora cuore della creatività dei prodotti Vuitton; 5) l’attrice Anna Magnani, con un set da viaggio con la celebre tela monogrammatica nel 1960