Postcrossing. L’inatteso ritorno al passato
Postcrossing, il social network non virtuale dove i messaggi sono cartoline scritte a mano, affrancate e spedite. Vanta 800mila iscritti in 207 Paesi. Dalla sua fondazione – avvenuta in Portogallo 15 anni fa, per iniziativa di Paulo Magalhães – è riuscito a far inviare più di 60 milioni di cartoline da un lato all’altro del mondo.
Come funziona
Ma come funziona questo particolarissimo social tra il fisico e il virtuale e che, comunque, riesce a fare rete? Ci s’iscrive sulla piattaforma web; alla richiesta di inviare un messaggio si riceve l’indirizzo di un membro (scelta casuale) e di un ID cartolina (il codice che identifica in modo univoco una cartolina in Postcrossing), che va poi riportato sulla cartolina scelta, con il messaggio e s’invia: posta tradizionale, quindi, non dimentichiamoci del francobollo.
Presto si riceverà la risposta dal nostro destinatario o da quelle persone alle quali il nostro indirizzo ID è casualmente apparso, avviando e contribuendo così al circolo postale che viaggia, secondo gli organizzatori al ritmo di migliaia di cartoline ogni ora. Mentre scriviamo la piattaforma segnala che “sono in viaggio” 413.135 cartoline. Ogni ricevimento è registrato sulla piattaforma.
Dove
I maggiori fruitori di Postcrossing sono i tedeschi, gli americani e i russi, ma secondo gli organizzatori di Postcrossing la piattaforma ha un meccanismo che fa in modo che gli indirizzi si ripetano il meno possibile il modo che gli scambi preservino una grande diversità.
Postcrossing arriva nei posti più remoti o impensati, infatti, ha membri in Antartide, Afghanistan, Botswana, Micronesia, e in Vaticano, mentre le Isole Åland (Europa del Nord, popolazione di 26mila persone) con i suoi 37 iscritti che hanno inviato quasi 10.000 cartoline, si pongono in cima alla classifica per numero di cartoline pro capite.
I fruitori
Ma chi sono gli utenti di Postcrossing? Se pensate a una platea matura che non si vuole adeguare alla tecnologia e non apprezzi l’immediatezza del digitale, vi sorprenderete nell’apprendere che in realtà i fruitori sono giovani: i più assidui hanno tra i 30 e i 39 anni, seguiti dalla fascia che va tra i 20 e 29 anni, insieme i 2 gruppi formano il 46% degli iscritti, il 74% vive in città e l’80% si sente “molto a suo agio” nell’uso del computer e di Internet e le donne sono molte di più degli uomini. Soltanto il 30% supera i 50 anni (fonte: sondaggio Postcrossing– Efe agencia).
Amicizie reali
L’amicizia virtuale tra gli iscritti inizia con la cartolina poi, spiegano gli organizzatori, si approfondisce attraverso il forum della piattaforma e capita, che si trasferisca dal virtuale al reale.
Nascono rapporti veri, insomma, come accade con i social interamente digitali, ma quel che piace di Postcrossing è anche la messa in gioco “della pazienza, dell’attesa e della sorpresa”. Tranne la sorpresa, il resto è proprio quello che si è cercato di ovviare con le e-mail e i social. Un inatteso ritorno al passato.