Città verdi e sostenibili. Per salvare il PIL mondiale

Cosa centra il PIL?  – Diminuire l’asfissiante temperatura nelle città ricorrendo alla vegetazione, è possibile. Lo dimostra Medellín con la sua rete di “corridoi verdi”, che in pochi anni hanno abbassato la temperatura media di 2° gradi, con un costo annuo a residente di soli 6,50 dollari (circa 6, 06 euro).

Un rimedio esemplare che il World Economic Forum (WEF) ha inserito nella sua iniziativa Positive Cities for Nature, il programma che incoraggia le aree urbane e le imprese ad adottare soluzione comuni per ristabilire il loro rapporto con la natura.

Il WEF mostrando un animo sensibile e ambientalista a discapito del profitto? No, dimostra invece come le misure contro il cambiamento climatico siano fondamentali per il bene del PIL mondiale, il 44% del quale, ci dice, è a rischio a causa della “perdita della natura”.

“Le città sono le potenze dell’economia mondiale – ci dice – ed è previsto che entro il 2050 vi ci vivrà il 75% della popolazione mondiale”. Ma ad oggi solo tra il 35 e il 37% delle 500 città più popolose del mondo ha sviluppato “una strategia dedicata alla conservazione della natura e della biodiversità”.  È urgente progettare città a impatto zero e rispettose della natura per rigenerare i servizi e spazi nei quali i cittadini possano “vivere, lavorare, muoversi e prosperare”. Per città “vivaci e resilienti” è necessaria compiere la transizione ecologica che implica la cooperazione pubblico – privata in molti settori”.

Medellin, 2° gradi in meno, con tanta vegetazione

Medellin, seconda città più grande della Colombia dopo la capitale Bogotà, è stata per molto tempo la città “dell’eterna primavera”, con la sua temperatura tra i 22 e i 24 gradi per tutto l’anno, fino a quando non è stata contagiata dagli effetti nocivi dei cambiamenti climatici per l’eccessiva urbanizzazione. L’inquinamento atmosferico, a causa degli edifici e delle strade che assorbono il calore, ha alterato il suo proverbiale clima mite, creando le famigerate isole di calore, con il cemento e l’asfalto che intrappolano il calore dei raggi del sole.

Nel 2016 il sindaco Federico Andrés Gutiérrez, a inizio del suo mandato, ha avviato il progetto di “30 corridoi verdi” interconnessi con i bordi stradali e con gli spazi verdi con giardini verticali, ruscelli.

I dati del governo locale, riportati dalla BBC, prevedevano da principio “la piantumazione di circa 120.000 piante singole e 12.500 alberi su strade e parchi, con 2,5 milioni di nuove piante più piccole e 880.000 alberi piantati in tutta la città entro il 2021”. Costo totale “16,3 milioni di dollari (15 milioni di euro circa) e la manutenzione annuale corrispondente nel 2022 a 625.000 dollari nel 2022, pari ai 6 euro annui, di cui sopra, calcolati dal WEF

Oltre all’abbassamento della temperatura media (attraverso il processo di evapotraspirazione, che immette vapore acqueo nell’ambiente) i corridoi e i nuovi spazi verdi correggono la qualità dell’aria offesa dal trasporto e dalla posizione geografia della città nella Valle Aburrá che non aiuta la dispersione dell’inquinamento, favoriscono il proliferare della biodiversità e creano ombra naturale che invita a camminare (e la macchina resta parcheggiata).

Lasciando il Sudamerica il WEF ci offre altri 2 esempi di città che studiano piani strategici di resilienza al surriscaldamento globale, in Europa e in Asia, rispettivamente, Düsseldorf e Singapore.

Düsseldorf, la facciata verde più grande d’Europa

Della città tedesca di Düsseldorf viene citato il Kö-Bogen II, un edificio coperto da 30mila piante, per una superficie complessiva di 8 chilometri. È considerato l’edificio con la facciata verde più grande d’Europa, formata da una selezione di piante con la capacità di abbassare i livelli di calore nell’area circostante, piantate in contenitori in acciaio dotati di sistemi di irrigazione e di drenaggio.

Le Nature Ways di Singapore

Singapore ha un territorio limitato e un’alta densità di popolazione (quasi 6 milioni di abitanti su una superficie di   733.3 km²). Per affrontare il cambiamento climatico, nonostante lo spazio limitato, ha ideato nel 2013 Nature Ways, un sistema di strade fiancheggiate da una vasta gamma di alberi e arbusti che replicano la struttura delle foreste pluviali tropicali, ormai sviluppata per centinaia di chilometri. I risultati ottenuti anche nella città asiatica sono: la riduzione della temperatura e dell’inquinamento atmosferico e l’incremento della biodiversità protetta dalle chiome degli alberi.

Singapore è la seconda città nella classifica Green View di Treepedia che misura e monitora la mappa degli alberi nelle grandi città del mondo, messo a punto dal Senseable City Lab del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston (USA), guidato dall’architetto torinese, Carlo Ratti. La prima è Vancouver.

 

 

 

Immagine: Medellin (Colombia) uno dei tanti corridoi verdi – photo by Alcaldía de Medellín

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