Paralimpiadi. Correva l’anno 1960

Alex Zanardi e Beatrice Vio,

Alex Zanardi e Beatrice Vio

Sono 101 i nostri atleti che partecipano alla XV edizione dei Giochi Paralimpiadi che si tiene a Rio de Janeiro, Brasile, dal 7 al 18 settembre 2016. La portabandiera della Nazionale Italiana sarà la velocista bergamasca Martina Caironi, medaglia d’oro nei 100 metri ai giochi di Londra 2012.

Tra tutti i partecipanti che si cimenteranno in 15 discipline, spiccano oltre alla già citata Caironi, la campionessa e primatista mondiale del getto del peso Assunta Legnante, Bebe Vio nella scherma, Arjola Trimo e Federico Morlacchi nel nuoto, Eleonora Sarti nel tiro con l’arco e, per ultimo, ma tutt’altro che ultimo, il grande Alex Zanardi nel ciclismo.

Il giorno precedente all’inaugurazione dei Giochi, il 6 settembre, sarà aperta la Casa Italiana Paralimpica ospitata all’interno della Paroquia Imaculada Concescao.

Mascotte ParalimpiadiMascotte delle Paralimpiadi 2016 è Tom che rappresenta la fusione dei vari tipi di piante che crescono nella rigogliosa foresta brasiliana.

In totale gli atleti che parteciperanno ai Giochi saranno 4.350, provenienti da 176 Paesi; di questi 226 sono donne, 264 uomini e 38 misti; i titoli in palio sono 528 e le gare si svolgeranno negli impianti che hanno ospitato in agosto le Olimpiadi. Il costo dei due eventi – Olimpiadi e Paralimpiadi –  si aggira intorno ai 1,7 miliardi di euro.

Dove, quando e per chi tutto ebbe inizio

Antonio MaglioLa prima edizione dei Giochi Paralimpici avvenne a Roma nel 1960. Ancora non si chiamavano così, una  definizione che diventerà ufficiale dopo 24 anni, nel 1984, quando venne approvata dal Comitato Olimpico Internazionale.

L’antesignana dei Giochi per gli atleti con disabilità, fu la competizione sportiva organizzata dal medico britannico Ludwig Guttman nel 1948, riservata ai veterani della II guerra mondiale che avevano riportato danni alla colonna vertebrale.

La competizione denominata “Stoke Mandeville”, dal nome della cittadina della Gran Bretagna che la ospitava, divenne un appuntamento annuale che assunse dimensione internazionale nel 1952, quando vi parteciparono anche gli atleti olandesi.

Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio (foto accanto),  primario del centro paraplegici “Villa Marina” di Ostia  (Roma),  Centro INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul lavoro), propose al dottor Guttman di organizzare la competizione Stoke Mandeville del 1960 nella capitale italiana, dove nello stesso anno, si sarebbe celebrata la XVII edizione dei Giochi Olimpici.
Ludwig Guttman accettò.

E due settimane dopo la conclusione delle Olimpiadi, negli stessi luoghi, iniziavano i “Giochi internazionale per paraplegici” di Roma, che nel 1984 il Comitato Olimpionico Internazionale riconobbe come la prima edizione dei Giochi paralimpici.

Sfilata Roma 1960Vi parteciparono 400 atleti in sedia a rotelle, provenienti da 21 Paesi. La nazionale italiana, preparata dagli sportivi del Centro Inail.  era costituita da ex operai, pastori, agricoltori ancora giovani, resi disabili per gravi infortuni sul lavoro, provenienti da ogni parte d’Italia.

Sotto la guida di Antonio Maglio, cui si deve l’introduzione in Italia dello sport – terapia, persone spezzate nell’anima, come spezzata era la loro colonna vertebrale, divennero dei campioni nel nuoto, nel tiro con l’arco, nella scherma e campioni nella vita.

Antonio Maglio, infatti, iniziò a occuparsi della riabilitazione dei disabili fin dall’inizio della sua carriera di medico, che lo portò al Centro Paraplegici INAIL di Villa Marina, dove introdusse nuove tecniche e metodologie di riabilitazione a rapido effetto, con conseguente diminuzione della mortalità e attenuazione, se non recupero, dalla depressione dei pazienti infortunati.

Tra le nuove tecniche, Maglio avviò i programmi di attività sportiva, caratterizzati dalla multidisciplinarità: atletica leggera, nuoto, pallacanestro, scherma, tennistavolo, tiro con l’arco (foto a lato, durante gli allenamenti). Sport che i pazienti praticavano contemporaneamente.

E poi vinceremo l’oro

E vinceremo l'oroUn’esperienza quella di Antonio Maglio e una storia, quella dello sport agonistico per disabili, raccolta e ricostruita dal Comitato italiano paralimpico,  in occasione dei prossimi Giochi di Rio e che sarà presentata il 1° settembre presso l’Auditorium INAIL di Roma, consultabile sul sito memoriaparalimpica.it  e sul portale Inail superabile.it.

La preziosa raccolta ripercorre la storia dal 1960 in poi, attraverso 900 fotografie inedite dei protagonisti, interviste agli atleti delle competizioni precedenti e ai giovani che parteciperanno ai Giochi di Rio, oltre a canzoni e materiale visivo dell’epoca.

Un patrimonio prezioso di ricordi che ha dato vita anche al documentario “E poi vinceremo l’oro” dal cui trailer prendiamo il seguente brano che ben descrive la straordinaria impresa di Antonio Maglio e degli atleti disabili di ieri e di oggi: “ Approdarono a Ostia, feriti nell’animo e nel corpo. Con il dottor Maglio divennero i pionieri del movimento paralimpico italiano. Erano operai, contadini, pastori. Divennero campioni. Non erano mai usciti dai loro borghi. Si fecero onore in tutto il mondo. Dai loro successi sono nati i grandi atleti di oggi.”.

Per approfondimenti

memoriaparalimpica.it

 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.