La polizia belga disincentiva l’uso degli emoticon di Facebook

EMOTICON FACEBOOKSe siete iscritti al sociale network Facebook e nel commentare i post degli amici, vi diverte usare le nuove possibilità di reazione che il social ha messo a disposizione  ma ci tenete alla vostra privacy, meglio cambiare abitudini e al massimo limitarsi al tasto “mi piace”. Almeno questo è quanto consiglia ai propri concittadini la polizia belga.

Quest’ultima, infatti, sollecita gli utenti a non usare i nuovi 5 emoticon (le cosiddette “faccette”), che Facebook ha inserito come reazione alla lettura dei post. La novità delle “faccette” è stata conseguenza delle migliaia di richieste da parte degli utenti a Facebook di aggiungere la funzione “non mi piace” ai messaggi pubblicati.

Evidentemente il popolo doc di Facebook proprio non riesce a rimanere indifferente a un messaggio non gradito; ad una sana indifferenza ha preferito una manifesta espressione di non approvazione.

La raccomandazione della polizia belga nasce dalla necessità di salvaguardare la sicurezza degli utenti, attraverso una particolare attenzione nei confronti della loro privacy.  Secondo le autorità, le 5 nuove forme di reazione rendono gli algoritmi del social più efficaci a raccogliere maggiori e più dettagliate informazioni sugli utenti e, quindi, decidere la forma e, soprattutto, il momento più adatto per inviargli i messaggi pubblicitari.

Il quotidiano La Vanguardia di Barcellona, riporta la dichiarazione della polizia belga: “ Gli emoticon se da un lato aiutano gli iscritti a esprimere in modo più definito le proprie emozioni, dall’altro aiutano Facebook a valutare  il momento migliore nel lanciare la pubblicità sui singoli profili. La rete ha volutamente limitato a 6 (compreso il “mi piace ndr ) il numero delle icone. Con un solo “clic”  continua la polizia “registrano  lo stato d’animo dell’iscritto.   Quindi gli emoticon aiutano Fecebook a trovare il momento idoneo,  per inviare la pubblicità  che maggiormente, in quel preciso momento, susciterà la curiosità dell’utente”.

Le interazioni iconiche sono state inserite a fine febbraio del 2016 e  Sammy Krug, Product Manager di Facebook in  un post sul profilo della rete, le ha commentate così  “Abbiamo ascoltato la gente e sappiamo che ci dovrebbero  essere più modi per esprimere facilmente e rapidamente  qualcosa che vediamo nella nostra News Feed (flusso di notizie ndr.) . Ecco perché oggi stiamo lanciando le emoticon con le reazioni, un’estensione del pulsante ‘Mi piace’, per dare più modi per condividere la vostra reazione a un post in un modo semplice e veloce.”

Ciò che oltre ad un’eventuale ulteriore ingerenza nella privacy dell’utenza ciò che risulta evidente è lo scarso valore che si attribuisce alle parole e all’esigenza di esprimersi in modo “raffigurativo” ed immediato. Se il marketing del social network per antonomasia ha reputato l’inserimento degli emoticon come risposta dell’utente, evidentemente le emozioni “primarie” sono quelle con cui sempre più il mercato online acquisisce il suo cliente.

Lecita ogni azione in nome di una sana imprenditoria, come è lecita la riflessione sul nostro atteggiamento e comportamento “on line” che si fa “off line”: ci stiamo forse dirigendo verso re-azioni sempre più emotive e sempre meno elaborate? Una via verso un primitivismo post digitale? Ai presenti l’ardua sentenza.

A oggi Facebook conta 1,65 miliardi d’ iscritti, dei quali 28 milioni in Italia.

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