In ricordo di Marcello Rezzano, il pittore dell’infinito

Quando se ne va un artista, sai che una pagina della storia del tuo paese si chiude. Ma se l’uomo è stato un riferimento di quella storia sai che nulla andrà perduto.

Un testimone, come pochi, che ha disegnato tutti tratti di Sestri Levante, da lui visti con linee rette e disinvolte e che oggi ti portano a riflettere perché anche noi siamo arrivati ad un traguardo tramite un percorso esistenziale che però crogiola in ricordi.

Ci si guarda indietro e ci viene, forse più facile di quello che pensiamo, il vedere il viso di Rezzano, il suo sorriso solare, la sua battuta pronta, né borioso né saccente, perché in lui viveva l’arte e perché diceva sempre che il suo disegnare era l’espressione di libertà, di quella libertà nata in lui dal giorno che cominciò a dipingere.

Coglieva e sceglieva gli angoli più speciali della cittadina e nel mondo della demo-etno-antropologia, ci offriva immagini di un territorio lieve a soffice come fosse un pane fatto in casa.

Sì, Marcello Rezzano ha voluto tirare fuori dalla sua “sporta” il suo pennello e con una semplicità unica ci ha lasciato un bagaglio di quadri che parlano di ieri e di oggi. Se scorriamo il nostro sguardo su di essi ci imbattiamo tra il certo e l’incerto ma sappiamo che tutto rappresenta uno spontaneo invito ad elaborare ciò che lui voleva farci capire.

Era un uomo di mare e come tale sapeva che tutte le rughe sui visi dei pescatori erano sorrisi perché solo il movimento delle onde ti può dire ciò che devi fare.

Buona navigazione Marcello!

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