Io Capitano. L’elogio del New York Times

Il film Io Capitano, in corsa all’Oscar 24 nella categoria del Miglior film straniero, è uscito nella sale cinematografiche USA e il New York Times, non ha lesinato elogi al film, che si distingue per l’incisiva “capacità narrativa” del suo regista, il romano Matteo Garrone.

In Io Capitano  Garrone mostra “la straordinaria facilità di cristallizzare la bassezza umana in immagini che sono, allo stesso tempo specifiche e cariche di significati aggiuntivi”, scrive la critica cinematografica Manohla Dargis nella recensione intitolata A Migration Odyssey.

Il film, ricordiamo, ci narra di Seydou e Moussa, due cugini adolescenti, il primo con il sogno di diventare musicista, che decidono di partire dal Senegal per l’Europa.

Il viaggio, nonostante i due abbiamo possiedono un tesoretto risparmiato, con duro lavoro, per far fronte alle spese che comporta, sarà scandito dalle drammatiche traversie immutabili, anche se ormai note: le difficoltà del deserto, i centri di detenzione nel Nord Africa e l’attraversamento di fortuna del Mediterraneo.

Io Capitano può essere difficile da guardare: è una lunga sequenza ambientata in un inferno libico dove i migranti vengono torturati e venduti è, senza mezzi termini, dura – scrive il New York Times.

“Garrone non risparmia nulla –  prosegue Dargis – ma il film non si trasforma mai in un esercizio di sadismo, visto che il focus rimane fermamente sui personaggi che, sin dall’inizio, sono persone a tutto tondo, non oggetti di scena o simboli”. E anche perché Garrone, che è anche co-sceneggiatore ed ha attinto da esperienze reali – “invita nella storia e richiede l’attenzione del pubblico con trasparenza visiva e urgenza narrativa. Eppure la sua grande forza qui è la tenerezza del suo tocco che funziona come una sorta di campo di forza che tiene a bada la disperazione e le simpatie del pubblico per i suoi personaggi complicati, trasparenti e dolorosamente speranzosi”.

Un film universale, infine, per i due adolescenti pronti ad affrontare l’impresa della vita e, al tempo stesso, rimarca la critica, per “le sofferenze vissute da rifugiati, migranti e richiedenti asilo, in tutto il mondo”.

Non sappiamo se la totale approvazione e apprezzamento dell’importante quotidiano statunitense si possano considerare forieri di speranze per l’importante riconoscimento. Si vedrà il prossimo 10 marzo, giorno della proclamazione dei vincitori.

Quel che, invece, sappiamo che Io capitano – Oscar o non Oscar – è un film che per il suo contenuto universale continuerà a far conoscere, pensare e riflettere.

 

Immagine: da sinistra, Matteo Garrone, regista del film ‘Io capitano’ con gli attori che interpretano i personaggi di Seydou e Moussa, protagonisti del film. Foto tratta dalla pagina Facebook – Matteo Garrone Official

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