Canova disvelato. Online tutti i suoi manoscritti
Antonio Casanova, massima personalità artistica del neoclassicismo e del quale nel 2022 ricorre il bicentenario della morte (Venezia, 12 ottobre 1922) pur autodefinendosi “omo senza lettere”, nel suo corso della sua esistenza ha accumulato un maestoso epistolario. Missive su missive ad amici, conoscenti e, con la celebrità sempre crescente, ai colleghi artisti, ai collezionisti agli estimatori nazionali e internazionali, nelle quali affrontava i più svariati argomenti: da quelli strettamente privati ai temi legati ai suoi molteplici impegni pubblici.
Poi teneva i diari di viaggio, appuntava i riconoscimenti e i diplomi che gli venivano conferiti, il prezziario delle opere e, attualissimo, il quaderno delle lezioni d’inglese.
In totale 40 mila pagine di 6658 documenti manoscritti del Fondo Antonio Canova che la Biblioteca Civica di Bassano del Grappa, dopo un anno di lavoro ha terminato di digitalizzare e ora è online, con la cromia originale ad alta definizione, suddiviso per temi e aree e a disposizione di tutti al sito archiviocanova.medialibrary.it.
Il Fondo, d’indiscutibile valore storico, non manca d’interesse artistico posto che Canova archiviava anche gli schizzi e gli appunti visivi di quelle che poi sarebbero diventate le sue incantevoli sculture.
E, infatti, il direttore della Biblioteca, Stefano Pagliantin, spiega che dall’archivio “emerge la personalità dell’artista, uomo perfettamente conscio del proprio valore e giustamente dotato di una sicura autostima. Attento a non disperdere alcuna testimonianza della sua attività. In ciò aiutato dai segretari e dal fratello Giovambattista Canova Sartori, che avevano, tra i molti altri, il compito di conservare e archiviare qualsiasi “creazione” del Maestro o comunicazione a lui inviata”.
Un’abitudine, quella di documentare ogni sua azione e impresa, che l’artista iniziò fin da giovanissimo agli albori della sua carriera, come documentato dal Diario avviato quando aveva 22 anni per descrivere il viaggio che dal Veneto (era nato a Possagno nel 1757, terra ricca di cave di pietra) lo condusse a Roma, dove troverà il massimo riconoscimento raccogliendo l’ammirazione di ricchi borghesi, papi, principi fino a Napoleone (come non menzionare il celebre ritratto della sorella dell’imperatore, ritratta dal Canova in Paolina Borghese come Venere vincitrice – Galleria Borghese -Roma) da tutti acclamato come prosecutore ideale del massimo scultore della Grecia antica, Fidia (l’artefice del Partenone di Atene) del Settecento, che seppe reinterpretare la classicità secondo il gusto e la tecnica della sua contemporaneità.
Ma fu anche consumato diplomatico. Fu a lui che papa Pio VII, dopo la caduta di Napoleone e il riassetto europeo deciso dal Congresso di Vienna, affidò il compito di recuperare le tante opere che l’imperatore francese aveva portato via dall’Italia nel corso della sua occupazione. E alla capacità di mediazione di Canova se hanno fatto ritorno in Italia sculture antiche come il Laocoonte e l’Apollo del Belvedere, e alcuni quadri di Raffaello e Caravaggio.
Il Fondo dei manoscritti di Canova giunse a Bassano per mano del fratellastro dello sculture, Giovanni Battista Sartori Canova, tra il 1852 – 57 che condusse con sé anche agli album dei disegni, alle incisioni in volume e a gran parte della biblioteca di belle arti dell’artista.
Ora la Biblioteca, detentrice del Fondo, continuerà l’opera di digitalizzazione inserendo nell’archivio on line anche i disegni (1756) e il resto del patrimonio artistico canoviano dei Musei Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa.
Immagini: 1-2) pagine del Fondo Antonio Canova digitalizzato dalla Biblioteca Civica di Bassano del Grappa; 3) Roma – Galleria Borghese, Paolina, sorella di Napoleone, ritratta da Canova