L’asepsi di Semmelweis. Per Céline, un’opera eterna

Nel maggio 1924 un trentenne Céline si laureava in medicina e chirurgia con una tesi dedicata a un medico ungherese e alla sua “opera eterna”, dando prova anche del suo talento di scrittore e redendola celebre e imperitura, ancora pubblicata, dopo un secolo da Adelphi.

Il medico ungherese era Ignác Fülöp Semmelweis (Buda, 1º luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865) il primo ad intuire come il semplice gesto di lavarsi le mani avrebbe salvato le tante donne che morivano di sepsi puerperale.

Il salvatore delle madri … postumo

Noto anche come il ‘salvatore delle madri’, dal 1969 l’Università di Medicina di Budapest porta il suo nome e dal 2013, l’UNESCO ha inserito i suoi lavori nel registro della Memoria del Mondo.

Dalle date si evince che i riconoscimenti furono postumi. In vita Semmelweis subì la gelosia e l’invidia dei colleghi, che gli costarono la carriera e la salute fisica e mentale.

Come se li avesse ammantati dall’accusa di untori, i medici della Scuola viennese, dove operava,  bocciarono le sue teorie, respinte poi dagli ungheresi e dalla comunità medica internazionale.

Sentendosi un fallito, Semmelweis cadde in depressione e finì in manicomio e, qui, per ironia della sorte, morì di setticemia contagiato dalla ferita di una guardia che non aveva rispettato la profilassi da lui inventata.

Nel 1879 Louis Pasteur e nel 1883 Joseph Lister avrebbero dimostrato la validità dell’intuizione del medico ungherese, mettendo fine ai pregiudizi nei suoi confronti.

L’intuizione

Erano gli anni Quaranta dell’Ottocento e tra il 30 e il 40% delle partorienti in ospedale morivano per la cosiddetta febbre puerperale, della quale non si conoscevano la causa e la cura.

Semmelweis, in quegli anni, era assistente professore presso la clinica ostetrica dell’Ospedale generale di Vienna, una struttura pubblica fra le più avanzate in Europa.

Vi operavano anche studenti in medicina, che eseguivano quotidianamente numerose autopsie.

Il Nostro notò che l’infezione che colpiva le donne era la stessa che uccideva molti di quei giovani tirocinanti, quando si ferivano casualmente mentre esaminavano i cadaveri o operavano pazienti infetti.

Notò ancora che l’incidenza dei decessi delle partorienti calava nel reparto gestito dalle sole ostetriche e infermiere, senza la presenza dei medici. E le prime al contrario dei dottori non si occupavano delle autopsie.

Quando a perire fu il suo caro amico e collega, Jakob Kolletschka, deceduto dopo essersi ferito durante un’autopsia del cadavere di una delle donne colpita dalla febbre puerperale Semmelweis ne studiò la cartella clinica e fu colpito dai punti patologici in comune con la partoriente.

La dimostrazione

Riportate le sue osservazioni alla Direzione Sanitaria del nosocomio, Semmelweis avviò uno studio basato sull’igiene delle mani di medici e studenti con ipoclorito di calcio, dopo ogni dissezione anatomica e sempre, prima degli interventi ostetrici.

Raccomandò l’igiene anche per la biancheria dei letti delle puerpere.  Dopo pochi mesi il numero di morte di quest’ultime calò sensibilmente toccando le percentuali del reparto condotto dalle sole donne.

Dopo un anno le morti erano ridotte del 90%.

Perché screditata l’opera che si dimostrerà eterna

Nonostante le statistiche favorevolissime e l’appoggio di luminari fra i quali il patologo Rokitansky, la maggioranza dei colleghi rifiutarono la teoria di Semmelweis non volendo ammettere di essere colpevoli, anche se inconsapevoli, della morte delle pazienti: fra questi perfino Rudolf Virchow, il pioniere della patologia cellulare e della patogenesi delle malattie, candidato al Premio Nobel postumo nel 1092, che non volle capire l’importanza dell’asepsi.

Semmelweis fece in tempo a scrivere Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale.

Che l’asepsi è una pratica eterna, come scrisse Céline un secolo fa, lo ha dimostrato nel tempo debellando il tifo, il colera la peste e contrastando, recentemente, il COVID 19.

Riflesso Semmelweis

Ancora oggi la definizione riflesso  Semmelweis indica l’attitudine a respingere le prove di una nuova scoperta.

 

Immagine: il medico ungherese era Ignác Fülöp Semmelweis, padre della profilassi igienica con la quale si superò la mortale puerperale – tratta dal sito della Semmelweis University

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.