L’antica Assiria rivive al Castello di Udine

“Le ricerche condotte dall’Ateneo friulano nella Regione del Kurdistan in Iraq, nel cuore dell’Assiria, e le straordinarie scoperte effettuate nelle pianure dell’alta Mesopotamia hanno contribuito a gettare luce su aspetti fino ad oggi poco o per nulla noti del processo formativo dell’impero assiro, consentendo di comprendere come l’élite imperiale abbia gestito l’organizzazione territoriale dell’Assiria attraverso la creazione di una vasta rete d’infrastrutture imperiali” così spiega Daniele Morandi Bonacossi, uno dei curatori della mostra presso il Castello di Udine composta dalle nuove scoperte archeologiche nell’antica Siria compiute dall’Università.

Soltanto nell’Ottocento quello che era un impero mitico la cui realtà si perdeva negli scritti biblici e degli autori greci e latini divenne conferma, svelato dalla scoperta nella regione di Mosul delle sue prime vestigia

Nel 1842 diplomatici – archeologi francesi e inglesi, più in combutta che in collaborazione fra loro per motivi di rivalità coloniale, fra il Medio Oriente e l’India s’imbattevano nelle tracce di quello che, tra il VIII e il VI secolo a. C., rappresentò il più grande impero della Mesopotamia, l’impero assiro, che durante la sua massima espansione comprendeva le coste del Mar Nero, la Siria, la Mesopotamia (gran parte dell’attuale Iraq), la Media (area nord-ovest dell’antica Persia, oggi Iran), la Fenicia (l’attuale Libano), la Palestina e l’Egitto.

Crogiolo di territori e popoli tenuti insieme dal complesso di infrastrutture le quali, dice Bonaccosi, includevano “estesi e complessi sistemi d’irrigazione regionale che aumentavano la produttività agricola dell’impero” garantendogli quella stabilità economica che permise lo sviluppo dell’impero.

Sviluppo che Bonoccosi sintetizza efficacemente così: “Vie di comunicazione, la fondazione di nuove capitali e grandi centri urbani per amministrare le province dell’Assiria, ma anche deportazioni di massa di prigionieri di guerra che riconfigurarono la demografia del centro dell’impero, mettendo a disposizione dei sovrani assiri una vasta forza lavoro per realizzare le infrastrutture strategiche e coloni agricoli che coltivassero le vaste estensioni di terra irrigate dalle reti di canali di nuova creazione”.

Le descrizioni del curatore sono documentate nella mostra Dal centro dell’impero dai risultati scientifici e le scoperte archeologiche degli esperti friulani e dai prestiti provenienti da prestigiose istituzioni museali e culturali italiani, che il visitatore oltre ad ammirare saprà porle nel loro giusto contesto spazio temporale con il supporto di materiali documentari e multimediali.

Da segnalare gli splendidi bassorilievi e le iscrizioni cuneiformi provenienti dai palazzi reali dei  sovrani  Sargon II a Khorsabad (l’antica Dur Sharrukin) e Sennacherib a Ninive e la possibilità della replica tridimensionale a grandezza naturale del bassorilievo rupestre assiro di Faida, tra quelli scoperti nel 2019, durante la missione condotta nel Kurdistan iracheno.

 

Mostra: Dal centro dell’impero. Nuove scoperte archeologiche dell’Università di Udine nell’antica Assiria;

dove: presso Musei Civici – Castello di Udine;

quando: fino al 30 aprile 2023.

 

 

Immagine del sito di Faida nel Kurdistan iracheno, venuto alla luce nel corso del Progetto di scavi argheologici PARTeN, e che è valso ai scopritori il team italo-curdo guidato dall’Università di Udine il premio International Archaeological Discovery Award Khaled al-Asaad  2020, quale migliore scoperta dell’anno

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