Roma rende omaggio all’eterna nemica, Carthago
“Delenda Carthago”, ripeteva il senatore Marco Porcio Catone (234 – 149 a.C.), più noto come Catone il Censore, al termine di ogni suo discorso pubblico. L’eterna nemica di Roma, Cartagine la città fenicia che sorgeva tra il lago di Tunisi e il mare, protagonista delle altrettanto famose Guerre Puniche (furono ben 3, dal 264 al 146 a.C.) fu, poi effettivamente distrutta (delenda) dai romani.
L’arco di tempo di questo conflitto secolare racchiude personaggi e fatti che contrappuntano la storia antica della 2 città. Tra i tanti ricorderemo il condottiero e politico cartaginese Annibale (247 – 183 a.C.) che mirava non solo a vincere Roma ma a dissolverne lo Stato. Fu abilissimo stratega militare, soprattutto nella battaglia di Canne in Puglia, dove sconfisse clamorosamente Roma: i soldati dell’Urbe rimasti sul campo furono dai 20 ai 25mila e circa 10mila furono fatti prigionieri. Canne viene ricordata tra le battaglie più sanguinose della Storia fino ai nostri giorni. Annibale mise seriamente in crisi la grande Roma che resistette grazie alla fedeltà dei confederati Italici, permettendole di resistere e di riprendere le forze e continuare a lottare di generazione in generazione fino al 146 a.C. quando Cartagine venne sì distrutta, ma successivamente ricostruita dagli stessi romani.
L’articolata e cruenta rivalità tra le 2 città ha creato stereotipi duri a morire: secondo Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, ancora oggi il mondo moderno e contemporaneo continua a considerare Cartagine come “l’altra”, “la nemica”, senza considerare che la conosciamo attraverso “una prospettiva molto condizionata dalla rivalità tra le 2 città”. Recenti scavi e nuove ricerche hanno avviato una diversa riflessione che invita al superamento degli stereotipi: l’obiettivo che si pone la prima grande mostra interamente dedicata alla città fenicia, appena inaugurata nel cuore della sua rivale: gli spazi del Colosseo e del Foro Romano.
Carthago. Mito immortale (fino al 29 marzo 2020), curata fra gli altri dalla stessa Russo, propone opere d’arte e reperti archeologici, i quali, supportati dagli apparati multimediali, raccontano la storica città tunisina dalle sue origini fenicie (IX secolo a.C.) alla Cartagine cristiana del VI secolo d. C.
Nella fedeltà storica e nella rilettura della storia cui invita l’esposizione, vale citare la ricostruzione del Moloch del film Cabiria del 1914 di Giovanni Pastrone e Gabriele D’Annunzio: una divinità mostruosa che si voleva essere venerata dai cartaginesi, in realtà mai esistita, ma a loro attribuita fino all’età moderna anche da scrittori come il francese Gustave Flaubert e, per l’appunto, D’Annunzio.
Interessante, infine, ricordare gli incontri, gli eventi e gli artisti che ogni martedì racconteranno la Cartagine attuale e la cultura contemporanea tunisina. La mostra, dunque, oltre a svilupparsi nell’ambito del rigore scientifico, pone al centro “il tema della convivenza tra popoli, tradizioni e lingue” con la speranza, termina Alfonsina Russo, di “attrarre anche i giovani e far meditare sul valore del dialogo tra popoli e genti diverse”.
vorrei segnalare la regata “Chartago dilecta est” nata nel 1999 di cui potreste leggere finalità e vicende sull’omonimo sito “Chartagodilectaest.com”. un’iniziativa da ricordare e sostenere nel nome dell’amicizia con questo piccolo ma importante paese
grazie per l’interessante segnalazione; sarà nostra cura approfondire l’argomento.