L’arte cinese, un ponte di luce da Venezia a Roma
Per gli appassionati di arte cinese, l’Italia offre 2 ghiotte occasioni con le mostre Memorie di contemporaneità a Venezia e Epos, Chao Ge. La lirica della luce a Roma.
Memorie di contemporaneità nasce come evento parallelo alla 57° Biennale di Venezia, con lo scopo di richiamare l’attenzione sul destino dell’arte odierna in Cina, partendo dai tesori della Città Proibita.
All’Arsenale della città lagunare fino al 26 novembre 2017, si possono ammirare le opere di 18 artisti, che riflettono il rapporto tra il culto della memoria e l’arte contemporanea. Un viaggio, dunque, fra il passato e il presente della grande Cina, grazie alla sintesi realizzata dalla raccolta di quadri, sculture, installazioni e film. Un insieme di espressioni visive che ricreano nell’Arsenale veneziano il percorso dall’antico all’odierno, a dimostrazione di come il primo influenzi il secondo: per l’esattezza di come la Città Proibita di Pechino, uno dei maggiori patrimoni artistici della Cina, sia fonte d’ispirazione per gli artisti di oggi.
Memoria della contemporaneità è curata da Gianfranco Maraniello, Davide Rampello, Wang Yamin e Sun Jianjun ed è promossa dal Museo del Palazzo di Pechino.
Tradizione millenaria dell’arte cinese e innovazione raffinata, emerge magistralmente dai dipinti di Chao Ge, le cui opere sono esposte, fino al 26 settembre 2017, nel Complesso del Vittoriano di Roma.
Chao Ge nasce Mongolia nel 1957 e si è laurea all’Accademia Centrale di Pechino in Pittura a Olio, dove oggi insegna. La sua pittura è un esempio di come si possa coniugare, in perfetto equilibrio espressivo, la cultura tradizionale della Mongolia con la Pechino attuale.
La mostra romana Epos, Chao Ge. La lirica della luce è composta da 80 opere suddivise in 2 sezioni – dipinti e disegni – realizzati dal 1987 a oggi. Un autentico percorso della storia creativa del maestro mongolo, che eccelle nei ritratti e nei paesaggi, autentico maestro della luce.
Come spiega Nicolina Bianchi, curatrice della mostra insieme a Claudio Strinati, la pittura di Chao Ge “è luminosa, dalla tavolozza ricca, moderna e vigorosa, a volte accompagnata da una nota di romantica malinconia. Una storia infinita di quell’Oriente dove si concentra, forse più che in altre parti del mondo, il mistero della vita, dell’uomo, della natura stessa”. Mentre l’Epos, evocato nel titolo dell’esposizione, fa riferimento al termine greco che significa “narrare la storia di un popolo, le sue gesta, il suo importante patrimonio spirituale, tramandandone così la memoria e la sua essenziale identità; Epos è per Chao Ge, conclude Nicolina Bianchi “un modo di impaginare ed evocare nel dipinto, la storia delle sue origini, della sua Inner Mongolia, narrandola secondo una musicale poetica di luce”.
L’esposizione, sostenuta dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiana, è stata organizzata da Segni d’Arte in collaborazione con Uniarts.
Foto di copertina: Particola di Donna in arancio, 2003 – tempera di Chao Ge