L’Annunziata. Il crogiolo della Baia del Silenzio

Non scomparirà mai a Sestri Levante la storia che narra come furono costruiti tra il 1469 e il 1472 il convento e la chiesa dell’Annunziata che si affacciava e si affaccia ancora oggi sulla baia del Silenzio e da dove i padri domenicani contemplavano attraverso splendidi finestroni la più bella espressione di Dio: la vita dei pescatori e la bellezza della natura.

Questi uomini, una decina di anni prima erano divenuti custodi della Chiesa di San Maria di Nazareth dopo essere stati in missione già dal 1221 presso la chiesa di San Egidio a Genova. Questa Abbazia consisteva in 3 navate, con abside e facciate, e gareggiava sicuramente tra le chiese più belle della Riviera, dedicata a San Domenico protettore dalla peste sulla cui lapide si legge la frase procul hinc sistite pestes, sistite aerumnae. Qui nacque anche la devozione alla Madonna del Rosario, perché sopra l’altare, era posta l’effige circondata da quadretti raffiguranti i 15 misteri e nel 1789 risulta, da documenti registrati, che i domenicani crearono proprio qui una confraternita dedicata alla Vergine.

Dopo che i francesi conquistarono questi beni ecclesiastici fu fatto un censimento e tra il 1806 e il 1811 avvenne la soppressione dell’ordine, tanto che il manufatto fu abbandonato ed adibito a colonia marina, acquistata dal canonico Angelo Tagliaferro che ospitò per moltissimi anni tutti i bambini provenienti dal nord d’Italia bisognosi di respirare ossigeno ed iodo.

L’ultima guerra completò l’opera distruttiva e a ricordo restò il campanile spezzato e senza croce perché colpito anche da un fulmine.

Oggi, restaurati i muri e le sale, i bassorilievi, e l’unico affresco rimasto, raffigurante San Pietro Martire, la costruzione è adibita ad incontri culturali, concerti e programmazioni teatrali.

La linea architettonica resta però a testimoniare come gli archi ogivali in laterizio ed il muro perimetrale, sicuramente il tutto quattrocentesco, si rifà allo stile tipico ed originario dei conventi domenicani solitamente incorporati in una chiesa.

Mai cancellare la memoria del passato, Sestri Levante deve quindi conservare un luogo dove carità e preghiera hanno regnato e dove il silenzio della sua baia non potrà mai spegnere l’eco dell’antico canto del Salve Regina che i domenicani erano soliti elevare al cielo e perché il mare e gli scogli prospicienti a quel che resta di questo convento sono e saranno, per la gente di mare e di terra, la vera protezione di San Domenico contro le nuove ed imprevedibili pestilenze.

 

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