Giuseppe Giulio. Diventare chi si è
Si definisce un dreamer entrepreneur, Giuseppe Giulio, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, e successive specializzazioni nel digital marketing, brand journalism, web editor e pubblicità digitale.
Già nei suoi studi universitari si annidava in embrione una carriera professionale, espressione di sé stesso e dei suoi interessi culturali. Il suo interesse per il multiculturalismo, per la letteratura inglese, “conditi” dalla sua attitudine alla comunicazione, all’osservazione, i suoi studi successivi sul digital marketing, l’hanno reso un eccellente account manager, il cui target è un settore determinato di mercato: la comunità LGBTQ+.
Tra le sue attività principali: strategia di crescita per lo sviluppo di nuovi mercati, creazione di partenariati, acquisizione clienti, analisi del mercato, customer care, digital PR (strategia di digital marketing in collaborazione con blogger e influencer per aumentare la presenza online) e branded content (messaggi che veicolano il valore del brand, ossia del marchio), per la rivista gay.it, un bacino di 1 milione di utenti.
Gli spazi pubblicitari, i progetti speciali e le campagne promozionali che offre alle aziende e agli enti locali, non solo “promuovono” ma raccontano un modo di vivere, di essere, di stare al mondo.
Tra le prime domande, gli chiedo se non settorializzi la comunità, il fatto che ci sia un settore di mercato, ma non appena pronuncio tale quesito (capita, quando ci si prepara per un’intervista e ci si forma un’idea a priori del contesto) mi rendo conto che è “fuori tema”. Giuseppe mi riporta sulla “retta via”, evidenziandomi che la sua prospettiva è professionale e, pertanto, parliamo di mercato, nel senso più rigoroso e onesto del termine.
Mi affascina ascoltarlo mentre mi racconta come sia approdato a questo mondo caleidoscopico. Tesi di laurea triennale: Dal romanzo coloniale alla scrittura post coloniale. Haggard e Okri e le voci multiple della letteratura in inglese; laurea magistrale in Economia della cultura.
Il ravvicinamento tra lo scrittore Haggard, innovatore nella sua visione coloniale (il suo romanzo più conosciuto Le miniere del re Salomone), raffrontato allo scrittore nigeriano contemporaneo Ben Okri, considerato una delle maggiori espressioni della letteratura africana (mi si perdoni la semplicistica etichettatura), che affonda nelle sue radici tribali, mista alla sua formazione anglosassone, mi fa balzare in un attimo al “paradiso perduto” dell’Inghilterra vittoriana, alla complessa e intricata contemporaneità del continente africano:
“La letteratura coloniale di viaggio è un ottimo strumento per supportare la cooperazione e lo sviluppo sul territorio, su come comprendere la cultura e le necessità delle persone, per trovare una soluzione, così come per comprendere le persone che abitano “la destinazione” di un luogo, meta di viaggio, raccontandola in modo diverso”.
Una “post lettura” anche della laurea magistrale, rivela i semi della sua futura carriera. Decide all’ultimo di laurearsi in Economia della cultura, realizzando una tesi sperimentale, focalizzata sul multiculturalismo, occupandosi dell’esposizione di un’artista partenopea che legge artisticamente la multiculturalità che caratterizza l’azienda Benetton; grazie alle sue doti trasversali- professionali di PR, Giuseppe riesce a coinvolgere media della portata di Vanity Fair.
Negli anni universitari e post, collabora con la sua università (RomaTre) come borsista. Un giorno, una telefonata della prof.ssa di letteratura e lingua inglese, Marinella Rocca Longo, gli cambia o meglio, quasi in una sorta di inconsapevole gesto maieutico, lo conduce al suo destino: “Ti interessa collaborare nel settore comunicazione-marketing di una start up”? “Perché no”, pensa e così inizia la sua avventura di vita.
Un appassionato e studioso di letteratura di viaggi che intraprende il suo viaggio personalissimo e, al tempo stesso, aperto al mondo. La start up è babaiola che si occupa dell’organizzazione di viaggi e vacanze per la comunità LGBTQ+. La start up cerca un blogger con delle decise abilità di comunicazione. Il solco era tracciato.
“Quando si fa scienze politiche, senza un progetto, si rischia di perdersi; la mia intenzione era di dedicarmi all’infanzia e all’adolescenza. Prima di babaiola, non ci avevo mai pensato, io volevo viaggiare per il mondo, fare qualcosa di straordinario, nel senso di non ordinario, mai non mi sarei mai aspettato tutto questo. Dopo 6 anni di carriera, ho approdato ad altre realtà e, infine, dove sono ora, a gay.it. Noi napoletani, ci crediamo nel destino, evidentemente era quello che dovevo fare” mi dice Giuseppe.
Sorriso aperto, sguardo estremamente acuto e serio quando parla del suo lavoro, una commistione vigorosa tra simpatia, professionalità, rigore, introspezione ed estroversione.
“Il travel è una componente nel marketing LGBTQ+; promuovere, vendere e sensibilizzare la comunità tramite la tematica del viaggio, permettere di raccontare la destinazione in modo diverso” sottolinea Giuseppe.
Un piccolo balzo indietro. Ripercorriamo la scelta universitaria. Giuseppe, seguendo la sua passione per la letteratura inglese e fedele alla sua insegnante di inglese delle superiori, si iscrive all’Università Orientale di Napoli, ma data la sua formazione interdisciplinare, capisce che il suo percorso è un altro. Parallelamente, il padre per lavoro si trasferisce a Roma e il suo sogno si compie: Scienze Politiche nella città eterna.
Borsa di studio, fin dai primi anni. Si trova subito a suo agio. Il Dipartimento universitario funziona bene, tutto organizzato, anche rispetto al tempo da dedicare agli studi; gli vengono forniti strumenti per crescere culturalmente e personalmente. “Stavo finalmente dove sapevo che avrei sempre dovuto essere. Durante l’orientamento mi fecero svolgere il test per tre volte, e ogni volta usciva Scienze Politiche”.
Torniamo all’oggi. L’accoglienza da parte delle aziende del target di riferimento è ottima; il mercato internazionale è più sviluppato, ma anche in Italia sta crescendo. In particolare, è molto importante il ruolo dei social media, canali tramite cui si pubblica quello che si fa, soprattutto su Linkedin che fornisce, day by day, un’idea chiara di ciò che si fa. “Ti dà un’idea più concreta, più professionale” dichiara Giuseppe.
Come gay.it collabora con una vasta rete di clienti, dalle grandi aziende a tutti gli enti del turismo e alle regioni. L’importante è trasmettere l’autenticità dell’immagine nelle attività di destination marketing. “Quando si promuove il nostro mercato, è necessario essere autentici, semplici, prendere le distanze da un’immagine stereotipata e che sia più aderente alla realtà, sia per gli investitori che per gli utenti stessi. Con alcune realtà, si avviano progetti speciali, come quello con la Regione Toscana, ovviamente tutto dipende dalle risorse destinate alla promozione/pubblicità.”.
Ma perché la comunità LGTBTQ+ è una realtà particolarmente attraente per gli investitori?
“Sicuramente – mi spiega Giuseppe – in particolare per la capacità di spesa maggiore: doppio stipendio, senza bambini, viaggiano molto. Consideriamo che il nostro target più rappresentativo è costituito da dirigenti, imprenditori, creativi, particolarmente attenti al dettaglio, alla moda, al design, al digitale (i-phone in testa), predisposizione al digitale, amanti degli alberghi di un certo livello, dal quattro stelle alle boutique hotel. Si è propensi alla comodità. Un’attenzione al bello in ogni sua declinazione. Le donne, rispetto agli uomini, sono più avventurose, nella scelta degli itinerari”.
Come in ogni settore, ma forse ancor di più in quello del turismo, i social influencer contribuiscono alla sensibilizzazione e promozione delle mete da scegliere. Per i progetti speciali, in particolare, ci si rivolge ai social media influencer, come i tiktoker; specialmente attiva è la collaborazione con i creatori di video, molto utilizzati nella promozione di una destinazione, oltre alla parte display classica.
In questo ultimo periodo l’orientamento principale è verso il branded content (un contenuto di tipo informativo, educativo o di intrattenimento creato o commissionato da un’impresa per comunicare la marca e i suoi valori ) che ha la capacità di coinvolgere le persone e di sviluppare relazioni significative. gay.it lavora in modo continuativo con le catene alberghiere.
Giuseppe abita tra Roma e Assisi, ed è cittadino del mondo, in particolare del Sudamerica e dell’Argentina, dove è molto attiva la Cámara de Comercio LGBTQ+; l’Italia è una destinazione molto ricercata, ma al tempo stesso è molto tradizionalista, ancorata a vecchi stereotipi.
“La questione risiede nella riluttanza ad accogliere la diversità in ogni sua forma, dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere, alla disabilità, al colore delle pelle, allo stesso ruolo della donna nella società. Ci sono luci di cambiamento, ma è importante la formazione e la sensibilizzazione su queste tematiche, in particolare in provincia. La provincia, i piccoli centri, tra l’altro, sono il motore della nostra economia– evidenzia Giuseppe- io per esempio vengo da una città (Napoli, ndr) che sta facendo grandi passi, ma quando vai all’estero, vedi la differenze, ma le cose stanno cambiando, basta camminare per strada. La diversità è un valore, non un ostacolo. Arricchisce le relazioni, arricchisce la società”.
“Io mi sono costruito una carriera su quello che sono, ma la mia vita scolastica (in particolare medie e poi superiori) è stata problematica, vittima di bullismo, solo perché ero diverso. Il mio anno di rinascita, il 2007, quando mi immatricolai all’Università. Un mio amico mi dice spesso: quello che ti ha fatto soffrire, lo hai trasformato in un lavoro, che invita al cambiamento, che fa la differenza. Tu fai un lavoro normale che hai trasformato una missione, come un dono, una passione che è divento un lavoro”.
“È un peccato laurearsi – aggiunge Giuseppe – fare tanta fatica per poi svolgere un lavoro che non ha nessuna attinenza con gli studi, con le esperienze fatte e con le proprie attitudini e interessi”.
Giuseppe a settembre si recherà a Madrid per la 14esima Conferencia Internacional de Negocios y turismo LGBTQ.
Non mi resta che ringraziarlo e augurare a tutte le prossime matricole di diventare quello che sono, proprio come Giuseppe.
Congratulazioni. Mi chiedevo se per caso hai avuto un parente a bordo in una nave durante una Crociera al Campidoglio nel Giugno del 1953.