Esame di Stato. Cronaca di un nuovo corso

La trepidazione per l’esame è un momento indimenticabile nella vita dell’individuo. Nell’atrio che separa l’ultimo ripasso scolastico dalla sala dei bottoni professorali, un mormorio sommesso si sparge nell’afosa calura estiva. Date, nomi, conditi di emozioni con-fuse riempiono i corridoi, anche loro complici della prima valutazione, seppur giovane, della vita adulta. In aulette adiacenti, ripassano, si scambiano i consigli dell’ultima ora, alcuni genitori, accompagnano i figli in modo discreto e partecipativo.

Valutazione e adultità sono i termini chiave di questa nuova maturità. Valutazione in senso di dare valore al proprio percorso formativo, attraverso la competenza dell’interdisciplinarità, la capacità di collegare avvenimenti, discipline, materiali, periodi storici.
Eliminata la tesina, che si preparava a casa, il candidato è chiamato a scegliere una busta su tre; la costruzione del discorso è nelle sue mani. I docenti intervengono da supporto nei diversi collegamenti. Il tema della busta rappresenta uno spunto per l’articolazione del discorso.
Come ormai noto, la busta può contenere un’immagine, una frase, un brano di scrittori, filosofi, poeti, un documento, un principio fisico o matematico, una poesia.  Gli spunti visivi o letterari sono scelti dalla Commissione sulla base del documento redatto dal consiglio di classe sulla base del programma svolto. A titolo esemplificativo, citiamo alcuni contenuti emersi: il disegno di una scala (lo studente o studentessa può organizzare il discorso partendo dal concetto ispiratore: infinito, libertà…), una frase di Pirandello (si analizza il concetto del doppio nella letteratura, in filosofia, fino ad arrivare alla fisica, campo magnetico, campo elettrico…), L’infinito di Leopardi, le leggi razziali, la BCE, la dipendenza, l’immagine di una pianta, di soldati in trincea, di una canzone, il principio di un bilancio, la composizione chimica degli alimenti, brani in inglese (trasversali ai diversi indirizzi scolastici), Aldo Moro, dadaismo, impressionismo, bomba nucleare, Torre Eiffel, teorema di Lagrange, San Patrignano…
La ricerca delle connessioni tra un ipotetico spunto e le diverse discipline attiva gli studenti e le studentesse a preparare discorsi logici ed interconnessi.
Aperta la busta, i candidati hanno a loro disposizione il tempo necessario per organizzare le tematiche da analizzare.
Oltre ai collegamenti interdisciplinari, i giovani si immergono in un calcolo puro del punteggio acquisito e del probabile che si potrebbe acquisire come votazione finale. Un punteggio rivolto ad una maggiore cura dell’intero percorso scolastico rispetto al passato, in cui la performance finale poteva compromettere l’intero quinquennio di studi.
Dall’esposizione orale iniziale, ci si sposta alla discussione dei compiti scritti.  La sedia si sposta insieme alle domande. Per poi passare ad un quesito su Cittadinanza e Costituzione e il racconto dell’esperienza dell’alternanza scuola -lavoro; c’è chi presenta una relazione multimediale; chi una relazione in word; gli studenti e le studentesse sono invitati ad esporre le esperienze più significative, spesso collegate ad un’attività in cui si sono sentiti protagonisti operativi.

L’esame sembra essere accolto favorevolmente dalle studentesse e dagli studenti, a prescindere dalla preparazione; la libertà di muoversi tra gli argomenti senza un rigido schema, è apprezzato.  Una modalità in linea con la metodologia di insegnamento/apprendimento focalizzata sull’acquisizione non solo di conoscenze, ma di competenze, la cosiddetta “didattica delle competenze”, laddove per competenza si intende una combinazione di conoscenze, abilità, attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare.

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