Agroalimentare. Per giovani che guardano avanti senza paura

Slow. Questo inglesismo lo usiamo molto spesso, ed in fondo ci piace perché oltre al significato di lento lo uniamo alla parola pazienza, e se quest’ultima verrà assimilata all’adagio, e la mettiamo al servizio del lavoro, della passione, della ricerca, avrà una differente ragione e significato: quella di riuscire a produrre un prodotto, un alimento che spesso raggiunge la massima eccellenza.

Il rinnovato fascino che la terra esercita sui giovani nasce dalla convinzione che ogni settore produttivo sarà capace di offrire altre opportunità anche grazie a come impostare un lavoro proprio sul slow travel.

In Sicilia

“Chi va piano va sano e lontano” Questo ha certamente pensato Antonio Barone che ha ricreato il liquore Dalloro modernizzando la ricetta della sua famiglia e traendo da quelle foglie un nettare di benessere valido non solo come drink e digestivo ma adatto a tante ricette di pasticceria.

In ciò c’è qualcosa di antico, ed il giovane Antonio ha rinnovato il legame con la sua terra rivivendo il sentimento della nostalgia. E’ ritornato così a Villafrati, tra i monti Sicani e la valle del Torto e dei Feudi, palermitana zona bucolica ed incontaminata. Di natura un po’ rivoluzionario, ha incontrato la veridicità della parola lentezza che è sempre stata una prerogativa del contadino, e con una certa ambizione ha ristrutturato un vecchio casale facendolo diventare un centro per concerti, yoga, cucina, ed ha rigenerato orti in permacultura fino a preparare anche saponi naturali.
Facendo così nascere la filosofia del slow travel e trasformarla in un confort che unisce la semplicità alla bellezza della natura.

Creando o meglio ricreando l’amaro Dalloro dal sapore non superficiale ma intenso, senza additivi e coloranti beneficiato da un rapporto stretto con il calore del sole mediterraneo, ha capito che una vita rallentata può riportare anche la Sicilia verso una modernità che profuma proprio dall’alloro.

In Calabria

Attraversiamo lo stretto, incontriamo una Calabria a noi sconosciuta, bella è dire poco, piacevolmente selvaggia nelle sue coste, un mare ove l’azzurro è difficile da descrivere, diverso com’è da tutti gli altri mari. Le reminiscenze scolastiche ci parlano di Ulisse e delle sue avventure, che provengono da quella Magna Grecia che da sempre ci ha fatto immaginare un mondo fatto di eroi invincibili.

L’oggi però ci porta a conoscere come questa terra sia ricca di erbe officinali, di agrumi, di mandarini, di limoni, di eucalipti e bergamotto, tutti prodotti che viaggiano nel mondo e con passaporti immacolati. Così scopriamo che nel 2021 alcuni prodotti, mai banali ma pieni di sincerità naturali, si sono aggiudicati un premio all’World Liquer Awards 2021. Sono il Rupes Bitter composto da 30 erbe, e il Mzero Sea Amaro il cui sapore sta tra l’arancio dolce e amaro ed il sale dal tono olfattivo e dissacrante.

L’antico Magazzino Doganale produce poi prodotti a base di bergamotto, rosmarino, eucalipto, origano ed altre spezie che hanno oramai salpato e percorso tutti i mari. Il drammaturgo Yukio Mishima ha detto:  “Non tutti sanno che il sapore della gloria è l’amaro”. Qual è dunque il migliore biglietto da visita per la nostra Calabria ed i suoi indimenticabili amari!

Prima di lasciare il nostro Sud, i World Liquer Awards 2021 ci riportano in Sicilia con la medaglia d’oro assegnata all’amaro Amaranca dal sapore caratteristico frutto della sapiente unione tra l’arancio dolce e amaro ed il sale.

Nel Trasimeno

Risaliamo la penisola ed incontriamo un aforismo: “Intigna sempre, ma non scommettere mai!” Ma come sempre accade qualcuno ha saputo trasformare questo detto in qualcosa di positivo.

Massimo Gatti è stato capace di diventare un allevatore di bisonti, sì di questi animali nativi in America, dai quali è stato folgorato dopo averne assaggiato una bistecca canadese tanto tenera e buona da farsi la domanda, perché non fare un allevamento di questi animali in Italia? Li ha studiati per tre anni e scoprendo essere un prodotto ricco di ferro e scarso di grassi, ha aperto alle pendici di Panigale, vicino al lago Trasimeno, un apprezzabile allevamento , dando vita ad un nuovo lavoro originato da una scommessa.

Sono animali che vivono in branco allo stato brado, sono liberi, dormono all’aperto e si nutrono di erba e fieno. Sono poi, nonostante la loro mole, mansueti ed hanno un rapporto con l’uomo come i bovini. La loro non è una carne marezzata e non ha bisogno di frollatura, il sapore assomiglia alla vitella ed alla selvaggina, è ipocalorica e tutto il loro corpo è pari ad una economia circolare, nulla va buttato. E così, piano piano, cautamente, anche Massimo Gatti si è inventato un nuovo lavoro, quello di essere riuscito a produrre un prodotto alimentare che sta per raggiungere il grado d’eccellenza.

Tanti giovani si inventano variegati progetti perché in loro ci sono quei sogni che vogliono dire libertà di fare, e se le nuove generazioni ne sapranno prendere coscienza potranno cominciare a costruire il loro futuro specie se sapranno guardare avanti senza paura.

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