I bambini invisibili del mondo
Ancora oggi all’alba degli anni Venti del 21° secolo, un quarto dei neonati del mondo non è ufficialmente registrato. Sono 166 milioni i bambini da 0 a 6 anni praticamente invisibili, privi di un’identità officiale e, quindi, esclusi dai programmi scolari, dal sistema sanitario e dagli altri servizi vitali: bambini particolarmente vulnerabili agli abusi e allo sfruttamento.
È quanto emerge dalla ricerca dell’Unicef, frutto dell’analisi dei dati raccolti in 174 Paesi. Se negli ultimi 10 anni la proporzione delle nascite registrate è aumentata del quasi il 20% grazie al progresso globale che migliorato molto le condizioni degli abitanti del sud dell’Asia (Bangladesh, India e Nepal) continua a essere critica la situazione in alcuni Paesi dell’Africa subsahariana (Etiopía, Zambia e Chad).
I maggiori progressi si sono ottenuti in India dove nel periodo che va dal 2005 – 2006 al 2015-2016 la proporzione tra i nati registrati e non è aumentata del 41%. Tale avanzamento si deve al Governo indiano, il quale, coadiuvato dall’Unicef, è riuscito a dotare di un registro delle nascite tutti gli Stati, e continua a lavorare per migliorare l’accesso ai centri di registrazione formando addetti della comunità e implementando programmi di sensibilizzazione presso i cittadini, soprattutto tra le comunità più vulnerabili.
Mentre nei Paesi del mondo dove non si è verificato un reale progresso le cause sono state individuate nella mancanza di conoscenza sulle procedure per la registrazione di un neonato, per le tariffe non convenienti sia per la registrazione sia per ottenere un certificato di nascita, per l’eccessiva distanza dal centro anagrafe più vicino. A questo stato di cose si aggiungono gli usi e i costumi di alcune comunità che scoraggiano, quando non impediscono, la registrazione formale delle nascite entro il termine consentito.
L’altro problema centrale è la difficoltà di ottenere un centificato di nascita: secondo l’indagine Unicef per ogni bambino nato, 3 non sono muniti di quesa prova inconfutabile della propria identità: 237 milioni di minori al di sotto dei 5 anni in tutto il mondo, sono “registrati senza prova”, quindi alla merce di ogni tipo di sopruso.
Giungere al punto che ogni individuo abbia un nome, una nazionalità e una identità è un diritto naturale, inalienabile, sancito dalla Dichiarazione di Ginevra (1924), confermato dalla Convenzione Onu nel 1989 sull’infanzia e 1 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Per raggiungerlo, scrive l’Unicef, è necessario realizzare i seguenti 5 punti:
• fornire a ciascun bambino il proprio certificato di nascita;
• autorizzare tutti i genitori, indipendentemente dal sesso, a registrare i propri figli alla nascita;
• collegare la registrazione delle nascite ad altri sistemi per facilitare il diritto di tutti i bambini ai servizi, inclusi salute, protezione sociale e istruzione;
• investire in soluzioni tecnologiche sicure e innovative per facilitare la registrazione delle nascite;
• coinvolgere le comunità per richiedere la registrazione delle nascite per ogni bambino.
Immagine tratta dal sito Unicef.org