Non perdiamo di vista la teoria principale: il Cristoforo genovese

Questione annosa la natalità di Cristoforo Colombo. Per gli spagnoli, è noto, il grande navigatore si chiama Cristóbal Colón ed è nato nella loro terra. Una radicata convinzione la loro, confermata da una recente (ma ulteriore) ricerca scientifica condotta sul DNA di Colón, il cui risultato è stato comunicato dall’emittente nazionale Rtve in occasione della festa nazionale in omaggio dell’approdo del nostro eroe nel Nuovo Mondo, il 12 ottobre 1492.

Pronta la smentita dell’Italia in base al testamento di Colombo vergato in lingua spagnola il 22 febbraio 1498 mentre era nell’attuale Panama dove si legge “siendo yo nacido en Genova” – “essendo io nato a Genova…

La ricerca spagnola, presentata dalla televisione con il titolo DNA di Colombo: la vera origine – come se si trattasse della prova regina – è stata condotta sotto la guida dall’esperto forense Miguel Lorente dell’Università di Granada.

Sono stati analizzati campioni parziali di DNA sepolti nella Cattedrale di Siviglia, dove il grande navigatore – esploratore riposa dal 1899, dopo essere stato sepolto presso il Convento di San Francesco di Valladolid dove è morto nel 1506  e successivamente nel monastero di Cartuja a Siviglia (nel 1509 per volontà di un figlio); Ma per rispettare il desiderio dello stesso Cristoforo, negli anni Trenta del XVI secolo  le spoglie furono traslate nell’isola di Hispaniola, capitale coloniale di Santa Domingo – fra le terre scoperte da Colombo nel 1492 – e, quindi, nel 1795 a L’Avana (Cuba). Anche i suoi resti, comunque, sono contesi tra la Spagna e la Repubblica Domenicana.

Ebreo sefardita dell’Europa occidentale

Tornando alla ricerca scientifica odierna, Miguel Lorente ha spiegato, come riportato l’Agi, che dai campioni del DNA indubbiamente parziali ma sufficienti per affermare che “abbiamo il DNA del navigatore e del figlio Hernando e sia nel cromosoma Y sia nel Dna mitocondriale di Hernando ci sono tratti compatibili con l’origine ebraica”.

Quindi il nostro Colombo sarebbe stato un ebreo sefardita dell’Europa occidentale, per l’esattezza la sua origine “risiede nel Mediterraneo Occidentale.

“Se non c’erano ebrei a Genova nel XV secolo, la probabilità che fosse originario di lì è minima. Non c’era nemmeno una grande presenza ebraica nel resto della penisola italiana, il che rende le cose molto incerte”. Esclusa anche la Francia, restano la Sicilia – ritenuta anche questa una teoria poco valida – l’area mediterranea spagnola e le isole Baleari, che all’epoca appartenevano alla corona di Aragona” ha proseguito l’esperto forense che ha concluso dicendo che, comunque, “niente sarà pubblicato prima che l’indagine sia completa”.  Ma pochi giorni prima la stessa squadra scientifica annunciava la “conferma definitiva” che lo scheletro parziale conservato in una tomba nella cattedrale di Siviglia è quello del famoso navigatore”. Risolto, quindi, almeno l’enigma dei resti.

Ma c’era stato l’editto di espulsione

E bene ricordare che nel marzo 1492, pochi mesi prima della scoperta delle Americhe, gli stessi Re cattolici spagnoli Isabella I di Castiglia e Ferdinando II di Aragona – finanziatori della spedizione di Colombo – emanavano l’editto di espulsione degli ebrei dai loro territori, ponendo fine alla loro secolare presenza nei territori iberici. Un bando categorico quello reale ,che non ammetteva l’alternativa alla conversine al cattolicesimo.

Il testamento olografo

Genova nel 2017 esponeva il testamento di Cristoforo Colombo a Palazzo Ducale di Genova nel 2017, in occasione della mostra Io qui sottoscritto. Testamenti di grandi italiani”, realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato.

Nel documento storico Cristoforo Colombo scrive riferendosi ai sovrani spagnoli: “…essendo nato in Genova, venni a servirle qui in Castiglia, e per loro scoprii al ponente della terra ferma le Indie e le isole suddette. — Supplico perciò le AA. LL. comandino sommariamente che questo mio Privilegio e Testamento sia considerato valido, e senza opposizione, richiesta o dilazione venga adempito tale quale si trova”.

Prosegue ordinando al figlio Diego o a chi erediterà detto maggiorasco che “tenga e sostenga sempre nella città di Genova una persona del nostro lignaggio, la quale abbia casa e moglie e le assegni una rendita…ed abbia piede e radici della detta città, come nativa di essa, perché potrà avere dalla detta città aiuto e favore nelle cose di bisogno, perché da essa venni e in essa sono nato io”. E raccomanda, fra l’altro, di tenere in considerazione, nei propri affari, la Casa di San Giorgio, “ove qualunque denaro sta molto sicuro, e Genova è città nobile e potente sul mare…e abbia capitale del suo tesoro nei “luoghi” di San Giorgio in Genova e laggiù “moltiplichi” finché ne abbia tanta quantità che stimi e appaia fare qualche buona opera in questa impresa di Gerusalem­me…”, cioè per la liberazione dei Luoghi Santi, la massima aspirazione di Cri­stoforo Colombo, come precisa aise.it.

Presto a Gorizia

La stessa aise che c’informa che la mostra sui ‘testamenti dei grandi’ del 2017 è, nel tempo, diventata itinerante e dopo aver raggiunto 18 città fra l’Italia e l’Europa ampliandosi con altri lasciti di personaggi locali, nel 2025 sarà a Gorizia, capitale della cultura europea.

L’ultimo discendente

L’ultimo discendente diretto del navigatore, lui sì Cristóbal Colón de Carvajal y Gorosábel (persona dai  tanti titoli che l’erede maschio della famiglia si tramanda di generazione in generazione grazie alle scoperte del prestigioso avo), in merito all’origine della propria famiglia, nel corso di un’intervista rilasciata a eltiempo.com, rispondeva che pur preferendo che dipanassero la questione gli storici, anche per rispettare il loro lavoro “non si può perdere di vista  la teoria principale: il Colombo genovese”.

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