Pablo Neruda. Cinquant’anni di una morte misteriosa
Chioma di Capri regina di rocce, versi che il poeta cileno Pablo Neruda ha dedicato all’ isola del Golfo di Napoli, dove trascorse un periodo dell’esilio con Matilde Urrutia, che poi divenne sua moglie, e vi scrisse celebri versi; versi che oggi sono scolpiti al belvedere di Punta Tragara, oltre ad altri sparsi nelle strade.
E a Capri, così cara al poeta, è giunta in ottobre la famiglia per commemora i 50 anni della sua scomparsa, avvenuta il 23 settembre 1973, probabilmente non per morte naturale, come ha ricordato.
La verità? Sembra possibile solo in Europa
Il nipote Rodolfo Reyes, dopo aver espresso gratitudine per Capri dove si continua a ricordarlo “con la gioia di vivere dei capresi, con i suoi disegni e la sua arte”, ha ribadito la convinzione della famiglia che Neruda sia morto per avvelenamento da botulino (pochi giorni dopo il golpe militare di Augusto Pinochet in Cile e il giorno prima della sua partenza per il Messico, per organizzare la dissidenza verso la neo – dittatura).
A tal proposito portano avanti da molti anni una battaglia legale che ha ottenuto la riesumazione della salma del poeta nel 2013 per sottoporla a esami scientifici; gli ultimi dei quali effettuati della canadese Mc Master University e della danese Università, hanno certificato la presenza nelle spoglie di clostridium botolinum, il batterio responsabile del tossico botulismo, che colpisce i nervi periferici.
Nel febbraio 2023 Rodolfo Reyes, ha indetto una conferenza stampa per renderli noti, ribaditi a Capri. “Aveva un tumore alla prostata ma non fu il tumore a ucciderlo, fu un intervento dall’esterno (dalla clinica dove Neruda era stato ricoverato, ndr). La verità deve emergere in Europa perché in Cile non la vogliono”.
Perché le due ipotesi
Eppure nel 2015 sulla scia dei dubbi persistenti e rafforzati dalle anomalie riscontrare nelle ossa del poeta da un gruppo di spagnoli, il governo cileno istituì 2 commissioni scientifiche presso il Dipartimento per i diritti umani che stilarono un rapporto – da principio privato, poi reso pubblico – che afferma che probabilmente Neruda non mori a causa del cancro alla prostata di cui soffriva ma per “l’intervento di terzi”: al paziente, prosegue il rapporto “fu applicata un’iniezione o gli fu somministrato qualcosa per via orale che ha fatto precipitare la sua prognosi in appena sei ore”.
Due anni dopo arrivavano le conclusioni delle indagini scientifiche estere. Ma, al momento, nessun tribunale di giustizia cileno al quale spetta la sentenza definitiva, ha fatto chiarezza.
Rimangono in piedi le 2 ipotesi morte, per cancro al pancreas, come è stato dichiarato ufficialmente fin dal 1973, o morte per avvelenamento come sostengono dal 2011 il Partito Comunista cileno e la famiglia, da principio sulla base delle testimonianze dell’epoca, della scomparsa della cartella clinica e dei registri dei medici di turno. e di ben 3 diversi certificati di morte con le seguenti motivazioni: tumore, insufficienza cardiaca, cachessia.
Nel 2013, dicevamo venne riesumata e analizzata la salma di Neruda e il direttore dell’Istituto di Medicina Legale cileno concluse che il poeta era morto per il tumore alla prostata, il cui decorso fu forse accelerato dallo stress emotivo dei giorni del golpe.
L’inchiesta si avviava verso la conclusione quando nel 2015, ancora il Partito Comunista e la famiglia di Neruda, ottennero un supplemento di inchiesta e la riapertura dell’indagine con la conseguente possibilità di nuovi esami scientifici sui reperti biologici prelevati dalla salma nel 2013. Arriviamo così ai giorni d’oggi.
Pablo Neruda. Versi e politica
Il vero nome di Pablo Neruda era Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto. Scelse lo pseudonimo, che poi diverrà il suo nome legale, in onore dello scrittore e poeta ceco, Jan Neruda.
Nato a Parral nel 1904, la sua prima raccolta di poesie venne pubblicata nel 1923 con il titolo Crepusculario. Ma gravi difficoltà economiche lo spinsero ad accettare nel 1927, l’incarico di console onorario nel Sudest asiatico.
Iniziò così la sua carriera diplomatica e politica (senza mai smettere di scrivere), che lo porterà nel 1945 ad essere eletto senatore nella lista del Partito Comunista cileno.
Neruda contribuì all’elezione da presidente di Gabriel González Videla, il quale dopo aver contato proprio sul Partito Comunista per la sua ascesa, promulgò la Ley de Defensa Permenente de la Democracia che ne proibiva l’esistenza, ruppe le relazioni con l’Unione Sovietiche e represse violentemente le proteste sociali.
Un voltafaccia inaspettato con il Partito dichiarato fuori legge e, quindi, con la cancellazione delle liste elettorali e dei deputati comunisti eletti, fra i quali Neruda, per il quale iniziò l’esilio – che durò 3 anni – che lo portò anche a Capri e poi a Ischia.
Nel 1969 indicato come uno dei candidati per la carica di presidente della Repubblica cilena, Neruda preferì non competere per sostenere il candidato socialista Salvador Allende eletto nel 1970, quando il poeta riprese la carriera diplomatica che svolse fino al 1972.
Nel 1971 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura.
Nel 1973, 12 giorni dopo il golpe militare che aveva determinato la morte del presidente Salvador Allende (11 settembre), Neruda, mentre si trovava nella sua abitazione sull’Isla Negra, a Sud di Santiago, fu trasportato nella clinica dove morirà, aggravandosi nell’arco di poche ore – dopo che gli venne effettuata un’iniezione – il 23 settembre 1973.
Pilastro della letteratura dell’America Latina del XX secolo,Condannato dal #metoo
Post mortem, Pablo Neruda sta subendo la condanna del #metoo cileno e la censura della cancel culture per aver riconosciuto nelle sue memoria (pubblicate postume con il titolo Confesso di aver vissuto, che dettò alla moglie fino all’ultimo respiro), di aver abusato sessualmente di una giovane donna, mentre era console in Birmania.
Inserito in una proposta di lista di autori maschilisti e progressisti, le cui opere dovrebbero essere elimitate nell’insegnamento scolastico, lo scrittore Mario Vargas Llosa nel difenderlo ha scritto sul El Pais che “con questo tipo di approccio a un’opera letteraria, non c’è romanzo della letteratura occidentale che scampi”.
Immagini: in copertina, il poeta e politico; Pablo Neruda; 2 – 3) il poeta con l’ultima moglie, Matilde Urrutia e con Salvador Allende