A Nicola Gratteri il Leone d’oro per la carriera

Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera nell’ambito del Gran Premio Internazionale di Venezia non soltanto per la sua carriera di magistrato, che lo vede da decenni in prima linea contro la n’andragheta, ma anche per il suo talento di scrittore.

Insieme con il professore universitario Antonio Nicaso, Nicola Gratteri è l’autore di 22 libri, espressioni della notevole attività di indagine scientifica e d’impegno divulgativo del fenomeno della criminalità organizzata e del modo in cui opera, si espande e condiziona il mondo contemporaneo, in varie parti del mondo.

Ne è un esempio, tanto per citare un titolo,  Fuori dai confini (ed. Mondadori) la loro ultima produzione editoriale.

L’importante premio, dunque, ha voluto onorare e riconoscere anche il coraggio e la tenacia di Gratteri che da 30 anni vive sotto scorta, con importanti limitazioni e rinunce per la sua vita privata, come non aver potuto “partecipare ad una recita di mio figlio”, non potersi “fermare liberamente in autogrill come fanno tutti, quando sono in viaggio” o non “sapere, spesso, dove dormirò   la sera” confidava in una recente intervista a Sky Tg24, ripresa da antimafiaduemila.com. E come, comunque, grazie anche alla sua famiglia “che ha capito il mio sogno di una Calabria libera”, ne valga la pena.

Considerando, inoltre, che “lo Stato non sta vincendo contro la Ndrangheta. Negli ultimi anni, i governi, il legislatore e il parlamento non ci hanno aiutato nella lotta alla criminalità organizzata perché non sono state realizzate quelle riforme utili a vincere. Anzi, alcune correzioni normative vanno nella direzione opposta: danno un vantaggio anche psicologico alle mafie e al malaffare. Se continuiamo così tutti gli sforzi saranno inutili”.

La cerimonia di premiazione – che si è svolto a Venezia lo scorso 23 giugno 2023 – è stato un’occasione per rilevare l’importanza determinate del contrasto alla criminalità oggi affinché ci sia un domani, se si sconfiggono  soprusi, protervie, violenze inimmaginabili.

Gratteri è solito esortare i giovani a non andare via. “Se tutti andiamo via consegneremo la Calabria ai figli dei boss e alla ‘Ndrangheta, che è ancora la più potente e la più pericolosa tra le mafie italiane. Certo non è semplice restare qui, ma bisogna insistere”.

Per Gratteri “occorrono giovani e tanta voglia di fare per dare la possibilità alla Calabria di poter risorgere; anche per quanto è stato fatto finora”. E occorre che i calabresi di buona volontà  “escano dai salotti per impegnarsi nel sociale e fare. A noi, magistrati e investigatori – ha concluso il procuratore – tocca liberare il territorio dall’illegalità, ai calabresi tocca impegnarsi per colmare questi vuoti”.

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