20 maggio, insieme contro i muri
Dopo Barcellona e Madrid, Milano esprime a tutto tondo la sua volontà di accettare e integrare i migranti e il 20 maggio 2017 ha marciato al motto di Insieme senza muri, manifestazione contro il razzismo, le divisioni e i muri e a favore dell’integrazione.
La partecipazione all’iniziativa ha superato le previsioni. Secondo gli organizzatori erano presenti 100mila persone.
La marcia, partita da Porta Venezia, è stata aperta dal presidente del Senato, Pietro Grasso, dal sindaco di Milano, Beppe Sala e da Emma Bonino. Al seguito: i 200 profughi ospiti del centro di via Corelli, tante comunità straniere, alcune con i propri abiti tradizionali, esponenti della politica italiana, associazioni e la grande partecipazione della gente comune.
Una volta raggiunto il palco allestito per l’occasione, Pietro Grasso (da sinistra nella foto accanto) ha preso la parola per sottolineare il principio dello ius soli – “chi è nato e studia in Italia è italiano” – per ricordare che l’integrazione – “significa sicurezza” – e per ribadire il significato intrinseco della manifestazione milanese – “oggi diciamo che non torniamo indietro. Non costruiremo con i mattoni dell’intolleranza nuovi muri e divisioni”.
Intervenuto Beppe Sala (a destra nella foto in alto), ha ricordato che il “tema dell’immigrazione riguarderà le nostre vite per i prossimi decenni” e giacché sindaco, vuole essere “costruttore di ponti non di muri”.
Sono seguiti poi gli interventi di Emma Bonino (nella foto in basso), della portavoce per i rifugiati dell’agenzia Onu, Carlotta Sami, don Virginio Colmegna.
Tanta musica tra un intervento e l’altro a rendere la manifestazione ciò che si era proposta di essere; una festa; nonostante qualche tensione da parte dei centri sociali durante il suo svolgimento, le polemiche dei giorni precedenti da parte del centrodestra e del partito della Lega che ne volevano la sospensione a seguito dei fatti di cronaca, che hanno visto il ferimento di 3 militari, presso la milanese Stazione Centrale, per mano del 21enne Ismail Tommaso Ben Youssef. Figlio di un’italiana e un tunisino, alla luce all’attuale stato d’inchiesta, nonostante il materiale ritrovato nel suo computer a favore dei Daesh, Ismail sembra essere più uno sbandato che un reale radicalizzato islamico.
Sul sito 20 maggio insieme contro i muri si può trovare l’appello redatto dagli organizzatori, l’elenco dei tanti sottoscrittori e la possibilità di adesione, valida anche a manifestazione avvenuta.