Tessuti vegetali e stampa 3D. L’innovazione per la ricostruzione degli organi umani
In campo ortopedico si vanno sempre più diffondendo le protesi personalizzate, ricostruite e realizzate in stampa 3D. Ma la tecnica della biostampa si adatta alla sostituzione anche di altre parti del corpo se si adopera il materiale adeguato.
I materiali sintetici, i più comuni e usati, non vanno bene, ad esempio, per ripristinare una vescica urinaria che richiede una protesi che mantenga, nel tempo, la stessa robustezza e flessibilità dell’originale e, quindi, sostituirla rimane un intervento chirurgico complesso e multidisciplinare. La tecnica più usata è la ricostruzione della vescica prendendo parte dell’intestino dello stesso paziente. Un approccio chirurgico importante che può comportare complicanze post operatorie per via della manipolazione dell’intestino.
Quindi, per superare tale operazione e procedere con una tecnica più snella e sicura per il paziente, sarebbe necessario trovare un materiale che – oltre a non procurare reazioni di rigetto – sia in grado di restituire le stesse caratteristiche della vescica originale (impermeabilità, elasticità e flessibilità), che sappia “contenere l’urina espandendosi facilmente, che possa lasciarsi spremere nel momento della minzione e che si mantenga nel tempo” come specifica Fabrizio Dal Moro – direttore della Clinica Urologica dell’ ASUIUD di Udine – al sito uniud.it.
Scartati i sintetici, i ricercatori dei Dipartimenti di Area Medica e Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine, dopo anni di studio sulle piante, avanzano l’ipotesi di utilizzare tessuti di origine vegetale e stanno conducendo una ricerca per selezionare quelli con le caratteristiche che maggiormente si prestano per la ricostruzione degli organi, combinandoli, poi, con le tecniche di stampa 3D.
Se la ricerca darà i risultati auspicati, si compirà “un importante passo avanti nella chirurgia ricostruttiva degli organi” conclude Fabrizio Dal Moro.
E, infatti, per la sua potenzialità innovativa, lo studio è stato selezionato dal Polo di Innovazione Tecnologica ComoNext e presentato, insieme ad altri, nel novembre 2019 in Cina, su invito del Governo dello Zhejiang.