Gli strigolattoni. Per coltivazioni resistenti alle alte temperatura e alla siccità
Un’ indagine condotta da un gruppo di ricercatori e ricercatrici coordinati dall’Università di Torino ha portato alla conoscenza di un nuovo meccanismo degli strigolattoni, noti come ormoni vegetali, molto influenti nello sviluppo della fioritura delle piante, aprendo alla possibilità di ottenere coltivazioni più resistenti ai cambiamenti climatici.
L’indagine – condotta sul pomodoro, pianta di grande uso alimentare e modello per gli studi molecolari è stata pubblicata sulla rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Il ciclo di vita di una pianta passa attraverso 2 fasi, quella vegetativa e quella della fioritura, quest’ultima di primaria importanza ed è per questo, da tempo, oggetto di studi. Il passaggio fra le 2 fasi si basa su un meccanismo molto complesso soprattutto per la fioritura che vede implicati molti fattori fra i quali i fitormoni, piccole molecole che manovrano l’attività cellulare e tessutale.
La ricerca in questione ha documentato come i fitormoni chiamati strigolattoni favoriscano i passaggi di crescita della pianta e lo sviluppo della fioritura. “Siamo riusciti a gettare luce sulle principali connessioni tra questi ormoni e la rete di modulatori della fioritura noti, ormonali e non” ha precisato Francesca Cardinale docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino,
“Gli strigolattoni sono una classe di fitormoni con varie funzioni nello sviluppo delle piante, nelle risposte allo stress e nell’interazione con (micro)organismi nella rizosfera*. Sebbene i loro effetti sullo sviluppo vegetativo siano ben studiati, si sa poco sul loro ruolo nella riproduzione. Abbiamo studiato gli effetti della modificazione genetica e chimica dei livelli di strigolattone sui tempi e sull’intensità della fioritura nel pomodoro (Solanum lycopersicum L.) e i meccanismi molecolari alla base di tali effetti”.
“Abbiamo notato che il trattamento con strigolattoni di sintesi, o una iperattivazione della loro via biosintetica nelle foglie e fusto, porta a una fioritura precoce e più abbondante. Questa iperattivazione si può ottenere in maniera relativamente facile, innestando un fusto in cui la produzione di strigo lattoni è normale, su un portainnesto (radici) difettoso. Il fusto percepisce la carenza radicale e attiva la produzione in loco; questa, a sua volta, stimola la fioritura”.
E posto che “gli strigolattoni sono anche importanti attori del processo di acclimatazione allo stress”, valutando l’interazione fra i 3 fattori (stress, fitormoni e fioritura) nella modellazione della plasticità della pianta, si potrà procedere ad applicazioni favorevoli alla fioritura e alla produzione agricola, nonostante l’aumento delle temperature e della siccità.
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