La Malattia di Parkinson e il COVID-19

In occasione della Giornata Nazionale Parkinson che si celebra il 27 novembre, la Società Italiana di Neurologia (SIN) analizza la relazione esistente tra la patologia e il Covid 19.

A partire dalla prima ondata pandemica di inizio 2020, la grave malattia respiratoria acuta causata dal Coronavirus-19 (COVID-19) è stata oggetto di numerose ricerche scientifiche con l’obiettivo di valutarne specificatamente il potenziale impatto negativo in ambito neurologico, ed in particolare nel contesto delle malattie neurodegenerative croniche come Malattia di Parkinson e altre condizioni parkinsoniane (parkinsonismi atipici e non specificati).

“Si ritiene che il rischio di contrarre il COVID-19 nelle persone affette da Malattia di Parkinson e da altri parkinsonismi non differisca dalla popolazione generale – ha commentato il Prof. Alfredo Berardelli, Presidente della Società Italiana di Neurologia – .Recenti studi ed evidenze metanalitiche indicano che il rischio di ospedalizzazione (circa 50%) e morte (circa 10%) di questi pazienti una volta che hanno contratto il COVID-19, dipenda prevalentemente dall’età, generalmente avanzata e da eventuale comorbidità”.

Sono risultate rilevanti, invece, le conseguenze indirette del COVID-19 quali, ad esempio, le difficoltà, e in alcuni casi l’indisponibilità, nell’accesso alle cure mediche e fisioterapiche nei periodi di restrizione della mobilità, che hanno indubbiamente rappresentato un ulteriore aggravio nella gestione clinica dei pazienti con Parkinson e parkinsonismi, anche di coloro che non avevano contratto il COVID-19.

“È importante sottolineare – conclude il Prof. Berardelli – che le evidenze scientifiche ad oggi disponibili non controindicano l’impiego dei vaccini anti-COVID-19 nella popolazione di persone affette da Malattia di Parkinson e da altri parkinsonismi. Per questa ragione si raccomanda la vaccinazione di tutti i pazienti”.

La Malattia di Parkinson è un disturbo neurodegenerativo che colpisce oggi 5 milioni di persone nel mondo, di cui oltre 300.000 solo in Italia, e che si manifesta in media intorno ai 60 anni di età. Si stima che questo numero sia destinato ad aumentare nel nostro Paese e che nei prossimi 15 anni saranno 6.000 i nuovi casi ogni anno, di cui la metà colpiti in età lavorativa.

La diagnosi della malattia è essenzialmente clinica e si basa sui sintomi. Gli esami strumentali come la RMN encefalo e gli esami ematochimici possono contribuire a escludere quelle malattie che hanno sintomi analoghi al Parkinson. La conferma della diagnosi può arrivare da esami specifici come SPECT e PET.

La Giornata Nazionale Parkinson è organizzata dall’Accademia LIMPE-DISMOV (l’Associazione scientifica di riferimento in Italia per la Malattia di Parkinson) aderente alla Società Italiana di Neurologia, insieme alla Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus.

 

Immagine: illustrazione scientifica della degenerazione dei neuroni dopaminergici per la malattia di Parkinson

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