In memoria di David Bennett, primo trapiantato di cuore da un maiale
Era stata operato il 7 gennaio 22 David Bennett, 57 anni, primo trapiantato con cuore di maiale geneticamente modificato, per evitare il rischio di rigetto. Il paziente è sopravvissuto fino al successivo 8 marzo, senza mai lasciare il Centro medico dell’Università del Maryland, dove era avvenuto l’intervento, come aveva riferito abbanews.eu., grazie all’ équipe del dottor Bartley Griffith.
Bennett, per le sue critiche condizioni di salute era stato escluso da svariate liste d’attesa per ricevere un cuore umano; per questo aveva deciso di sottoporsi al trapianto sperimentale la cui procedura era stata permessa in via compassionevole.
Dopo l’intervento chirurgico, pur non essendo stato dimesso dal Centro, il cuore trapiantato aveva risposto bene permettendo a Bennet di trascorrere del tempo con la famiglia e fare fisioterapia poi le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare.
Il portavoce Centro medico ha riferito al New York Times, e ripreso dal Corriere della Sera, che “non è stata identificata alcuna causa evidente al momento della sua morte” e serve un’indagine più approfondita.
Il trapianto era tecnicamente riuscito perché non si era verificato il rigetto e ha funzionato per più di un mese, superando quello che per molti pazienti è il periodo critico.
Il sito del Centro, medschook.unmaryland.edu, come mostra la fotografia sopra, dedica la prima pagina alla memoria di David Bennett.
Nell’articolo Muhammad M. Mohiuddin, MD, professore di chirurgia e direttore scientifico del programma di xenotrapianti cardiaci presso l’UMSOM, dichiara: “Siamo grati al signor Bennett per il suo ruolo unico e storico e per aver contribuito a una vasta gamma di conoscenze nel campo dello xenotrapianto. Abbiamo acquisito preziose intuizioni imparando che il cuore di maiale geneticamente modificato può funzionare bene all’interno del corpo umano mentre il sistema immunitario è adeguatamente soppresso. Rimaniamo ottimisti e prevediamo di continuare il nostro lavoro nei futuri studi clinici“.
Il dottor Griffith aggiunge: “Come con qualsiasi intervento chirurgico di trapianto primo al mondo, questo ha portato a preziose intuizioni che si spera informeranno i chirurghi dei trapianti per migliorare i risultati e potenzialmente fornire benefici salvavita ai futuri pazienti”.