Pace!

mondo-che-piangeL’anno che è appena terminato non è un buon anno da ricordare. È stato un anno di guerre.

Le guerre, come ci ricorda il Novecento, per rimanere al passato prossimo, non sono mai precorritrici di pace, ma portano ad altre guerre. La I guerra mondiale, mai veramente risolta, è sfociata nella II guerra che è cessata con il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Ma ancora una volta, senza concludersi ponendo, piuttosto, le basi per le guerre succedutesi dal 1945, in Corea, Vietnam, la guerra fredda tra Usa e Urss, il Kosovo, la perenne questione medio – orientale, fino ad arrivare allo scenario presente considerato “la III guerra mondiale a pezzi”.

Dall’attento terroristico dell’11 settembre 2001 di New York, di matrice islamica fondamentalista abbiamo assistito e, siamo rimasti direttamente coinvolti, dalla guerra in Afganistan, Iraq, Siria, Yemen oltre ai conflitti locali africani.

E la disumanità e l’irrazionalità aumentano e i mass-media  le cavalcano se ne fanno megafono. Distogliendo la  loro l’attenzione  e quella dell’opinione pubblica, dai segnali di speranza, dalle costruttive iniziative delle persone di buona volontà, che non mancano.

Ci riferiamo ai tanti incontri interreligiosi, agli atti dei musulmani di opposizione al fondamentalismo islamico,  dall’operato delle tante associazioni che aiutano e soccorrono in prima linea i cittadini oppressi dalla violenza e dalla sopraffazione,  che combattono la criminalità organizzata, alle iniziative dei sindaci dei nostri comuni come     Domenico Lucano prima e Giovanni Manoccio dopo,  che guidano rispettivamente le comunità di Riace e Acquaformasa simboli famosi nel mondo per il loro modello d’integrazione  in terra di mafia  e alla Civil March for Aleppo, questa straordinaria impresa in corso di cittadini che in nome per la pace in Siria si sono messi in marcia con i loro semplici mezzi verso la Siria.

Senza trascurare il comportamento quotidiano di tante persone che non dimenticano il loro dovere di cittadino democratico e, quindi,  responsabile,  attivo, consapevole dei propri doveri e diritti,  conforme alle  buone pratiche.

Siamo consapevoli delle grandi difficoltà  geopolitiche che attanagliano il nostro momento storico e del pericolo in corso di accartocciarsi  per la pesante miopia dei governanti, ma al tempo stesso, siamo convinti che la Storia, volendo, non la fa tanto o soltanto i governati;  la Storia è  anche l’agire e le scelte di ogni giorno di ognuno di noi, che vanno a comporre il grande puzzle della realtà;  il paradigma della buona azione singola che si fa paradigma dell’azione collettiva.

Che il 2017 sia un anno all’insegna del rispetto verso chi ci  vive accanto, qualunque sia il suo sesso, nazionalità, lingua, religione, opinione politica.  Rimettiamoci  all’ascolto dell’altro e tratteniamoci dalla sterile sovrapposizione.   Lanciamo il sasso nello stagno, per recuperare la nostra dimensione umana.

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