Kurdistan. Una data storica
Il 25 settembre 2017 il Kurdistan iracheno si è recato alle urne per il referendum sull’indipendenza. L’affluenza ha superato i 3 milioni di votanti. Lunghe file ai seggi con persone in coda fin dalla notte, tanto che la chiusura è stata prorogata di un’ora. Adesione del 76% degli oltre 5 milione di elettori registrati, secondo l’Alta Commissione elettorale indipendente. Il referendum non ha valore legale. Ma se dovessero vincere i sì, ha dichiarato il presidente curdo Masoud Barzani, inizierebbero le negoziazioni e il processo l’indipendenza dall’Iraq potrebbe terminare nell’arco di 2 anni.
I seggi sono stati organizzati a Erbil, Sulaimaniyah, Dohuk e nella contesa Kirkūk, dove alla chiusura dei seggi è stato imposto il coprifuoco. I risultati del referendum sono pervenuti il 26 settembre 2017, comunicati dalla televisione curda Rudaw: il 93% dei votanti si è espresso a favore dei sì mentre i voti conteggiati sono stati 3.440.616.
Il Kurdistan iracheno, detto anche Regione autonoma del Kurdistan (dal 2005) con circa 4 milioni di abitanti, si estende nel Nord dell’Iraq; confina a Nord con la Turchia, a Ovest con la Siria e a Est con l’Iran. Il capoluogo è la città di Erbil. Politicamente il Kurdistan iracheno è formato da 6 Governatorati: 3 sotto il diretto controllo del Governo autonomo: Sulaymaniyya, Erbil e Dahuk; mentre i Governatorati rivendicati dal Governo regionale autonomo sono: Diyāla, Kirkūk, Nināwa, Ṣalāḥ al-Dīn e Wāsiṭ.
Di origine indoeuropea l’etnia cura è in prevalenza di religione mazdayasna (zoroastrismo) con minoranze cattoliche ortodosse, islamiche e yezida.
I partiti politici principali sono il PDK (Partito Democratico del Kurdistan) presente nei Governatorati di Erbil e Dahuk, e l’UPK (Unione Patriottica del Kurdistan) in Kirkūk e Sulaymaniyya, oltre all’ultimo formato il Gorran, seguito soprattutto dai giovani La Regione Autonoma dispone di un esercito “Kurdish Regional Guards”, famoso col nome di Pershmerga: dal 2014 in prima linea nella battaglia contro le forze di Daesh, addestrato e supportato dall’Unione Europea e dagli Usa.
L’indipendenza del Kurdistan inviso all’Iraq, è altrettanto osteggiata dai confinanti Turchia e Iran, tra i paesi che ospitano comunità curde, sparse nell’Asia occidentale. Secondo la pubblicazione annuale della CIA World Factbook i curdi rappresentano il 18% della popolazione in Turchia, il 55% del numero complessivo dell’etnia, il 20% della quale vive in Iraq, circa il 2% in Iran. Nel totale i curdi raggiungano una cifra che oscilla tra i 20 e i 30 milioni e rappresentano uno dei maggiori gruppi etnici privi di nazione.
Il voto di oggi, potrebbe avere ripercussioni sugli equilibri geopolitici, già fragili, del medio – oriente, ma come sostengono, i leader curdi, il 25 settembre 2017 è una data storica.
Foto copertina: by REUTERS/Ako Rasheed