Palazzo Colonna. Arte e storia condensate in un gioiello architettonico

Camminare senza meta per Roma vuol dire essere consapevoli che inciamperemo prima o poi in un portone che improvvisamente si aprirà, per farci incontrare  l’arte e la storia, posto che da sempre  sono andate a braccetto, peculiare nodo indivisibile della nostra capitale.

Un connubio di bellezza ed arte  che, spesso, non siamo in grado di apprezzare e, di conseguenza, ci lasciamo sfuggire tutto quello che incredibilmente esiste perché non troviamo mai il tempo per ammirare quanto l’uomo ha creato per noi e il mondo, ovvero opere in ogni campo e senza tempo, nel vetro, nei dipinti, negli affreschi, nelle sculture e nelle architetture.

Sarebbe davvero importante parlare di cultura dell’arte ai nostri ragazzi, formarli e, così modellare la loro interiorità verso la bellezza e la ricerca di quella perfezione che deve essere la prima pietra insita nella natura umana: così le testimonianze che ci sono state lasciate potrebbero essere fonte ed orientamento nelle scelte di tanti giovani e farne così un’operazione ed un’opportunità quotidiana.

Roma non la si conosce mai abbastanza, ci si vive dentro quasi con occhi bendati, sollecitati da una fretta strana ed inspiegabile, il nostro passo è simile a quello di un robot che ci dice dove dobbiamo andare e perché.

Un giorno però, era un sabato e la calura era ancora sopportabile, percorrendo il tratto di strada che da Piazza Venezia arriva in Via IV Novembre e via della Pilotta, ho scoperto Palazzo Colonna, un autentico gioiello del Barocco romano e spinta da una voglia improvvisa di entrare in quello scrigno di bellezza, non mi sono posta nemmeno il problema che fosse quasi mezzogiorno.

Mi sono venuti incontro innumerevoli generazioni della famiglia Colonna, fin da quando la storia scrive che lì vi era la sede pontificia dal 1420 al 1431 a seguito dell’elezione di Oddone a Papa con il nome di Martino V. Durante i tumultuosi anni della cattività avignonese il Palazzo cadde declino, ma con l’avvento di una rinnovata organizzazione urbana e amministrativa, Roma rinacque anche dal lato culturale.

La famiglia Colonna con Filippo I, Lorenzo Onofrio e il Cardinale Girolamo I, si affidò a grandi artisti e architetti quali Gian Lorenzo Bernini, Antonio Del Grande e Carlo Fontana ed il Palazzo fu riportato all’antico splendore. Entrarvi oggi vuol dire camminare in punta di piedi, fare silenzio senza alcun sforzo, sentire solo un respiro un po’ corto che sale in gola e che ti costringe a spalancare la bocca piena solo di quel che è paragonabile ad una esclamazione di meraviglia.

Le collezioni d’arte che si possono ammirare nelle splendide sale sono i capolavori di artisti italiani e stranieri che tra il XV ed il XVI secolo ci hanno lasciato un patrimonio di opere che definirle meraviglie è poco. Pinturicchio, Tintoretto, Caracci, Guercino, Veronese, Tura, Bronzino, Vanvitelli, i pittori fiamminghi, ed altri ti fanno percorrere la Galleria quasi come se tu fossi sollevato dal pavimento.

Il naso all’insù, gli occhi che non si riescono a spalancare a sufficienza perché vuoi memorizzare ogni colore, viso, disegno, anche perché sei scossa da tali brividi di ammirazione che ti sembra di avere la febbre. Vedere la bellezza delle sale preposte a meeting o quelle definite dei Natalizi ed il padiglione Pio, ti sembra vivere tra Papi, condottieri e nobiltà.

Quando poi entri nella sala Tempesta gli affreschi ti cadono addosso come fossero una coperta e così il freddo ti va via in un baleno. La principessa Isabelle ed il suo appartamento ti ‘stringono’ ancora più con quelle splendide vedute del Vanvitelli e se poi una vetrata si apre ed un balcone ti accoglie, ecco che scopri un altro piccolo grande gioiello: il Giardino, che ti invita a percorrerlo a passo svelto.

Da là Roma è ancora più bella, il colle del Quirinale è una cartolina, il verde è tutt’intorno, le terrazze con colonne e marmi, le siepi, gli alberi, i fiori e gli acciottolati camminamenti ti portano a guardare l’orologio: sono le 13,00, l’ora di chiusura si avvicina, il tempo è tiranno, le lancette girano troppo in fretta, chiudi gli occhi e li spalanchi di colpo, è una foto-flash che non dimenticherai mai.

Mi dico: “La cultura e l’arte sono tutti regali, sono sorelle della poesia, prendiamole per mano, e fino a quando questo periodo così pesante e tragico ce lo consentirà, andiamo loro incontro per conoscerle e per amarle, in fondo non costano nulla!”

Palazzo Colonna

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