Nobuyoshi Araki. Una genialità misogina?
Per alcuni è un misogino per altri un genio della fotografia. Figura controversa, dunque, quella del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki (Tokyo 1940), famoso soprattutto per i suoi nudi femminili, immagini legate al bondage, radicata tradizione giapponese, alla quale il fotografo ha dedicato una delle sue tante serie, esiti di un amore, quello per la fotografia, ereditata dal padre e che ha accompagnato la sua lunga carriera e la sua vita.
“Per me scattare fotografie – ha detto Araki – è come tenere un diario” e, infatti, con la sua macchina fotografica ha espresso e interpretato emozioni ed esperienze personali e altrui.
Un diario raccontato attraverso quasi 400 libri pubblicati, fotografo tra i più prolifici Araki che, una volta laureatosi in cinema e fotografia, inizia a lavorare per un’agenzia pubblicitaria, la Dentsu, senza però abbandonare i suoi progetti che lo portano alla sua prima serie Satchin, immagini di bambini del centro di Tokyo che gli vale il premio Taiyo (1964) e, subito dopo alla sua prima personale, allestita nel 1965.
Nel 1971 pubblica la prima raccolta d’immagini private chiamata, infatti, Sentimental Journey, che vede protagonista il suo matrimonio e luna di miele con Yoko Aoki (che fotograferà fino alla fine dei suoi giorni), che lo consacra artista e lo induce a lasciare l’agenzia per diventare fotografo free-lance e a collaborare con testate come Vogue, Dazed, The New York Times Magazine, Playboy.
Nella sua arte Araki usa il bianco e il nero, il cibachorme (procedimento di stampa, attuale Ilfochrome), tecniche sperimentali e colori applicati a mano, come nella serie Flowers, dove il fotografo giapponese imbratta i fiori con vernice lucida subito prima di catturali sulla pellicola.
Sono fiori ritratti nel pieno della loro bellezza, un attimo prima di appassire, per rimarcare lo stretto legame tra vita e morte, tra Eros e Thanatos e, quindi, la caducità della vita e il dolore che, come la gioia, è sua parte intrinseca.
Della serie Flowers fa parte anche l’immagine Araki’s Paradise appositamente realizzata dall’artista per la mostra ospitata fino al 30 settembre 2019 dal complesso museale di Santa Maria della Scala di Siena.
Effetto Araki si chiama questa ampia rassegna, frutto di una accurata selezione di oltre 2mila immagini curata da Filippo Maggia che ripercorre l’intera poetica dell’autore, a partire da Satchin and his broter Mabo, per continuare con Sentimental night in Kyoto, o la recente Tokyo Autumn, esposte in Italia per la prima volta.
Copertina: Diary-1988. Nella pagina, dall’alto verso il basso: 1) Nobuyoshi Araki; 2) serie ‘Satchin’ (1963-65); 3) Yoko Aoki, serie ‘Sentimental Journey’ (1971); 5) Araki’s Paradise, realizzata dall’artista per la mostra Effetto Araki, complesso museale di Santa Maria della Scala, Siena