Riviste. La pubblicistica italiana prima di Genesis

Genesis è il sistema d’intelligenza artificiale di Google, specifico per la redazione di articoli giornalisti. È ancora in fase sperimentale, ma nei giorni scorsi è stato presentato ai manager delle maggiori testate giornalistiche degli USA, New York Times, Washington Post e Wall Street Journal.

La convinzione di Google è che il suo prodotto possa essere adoperato dai giornalisti come “assistente”, lasciando loro il tempo per elaborazioni più complesse. “In partnership con gli editori, soprattutto quelli piccoli, siamo nelle fasi iniziali per esplorare idee, per offrire strumenti potenziali di intelligenza artificiale in grado di aiutare i reporter nel loro lavoro” ha detto al New York Times Jenn Crider, portavoce di Google e ripreso dall’Ansa.

Ma a parte Google che fa queste presentazioni – o operazioni di marketing –  in grande stile, nel mondo dell’editoria l’uso dell’intelligenza artificiale è già diffuso. abbanews.eu ne ha parlato diffusamente in Newsbot. L’intelligenza artificiale della dis-informazione, dove ha, fra l’altro, indicato i modi per scovare i pezzi prodotti dall’intelligenza artificiale; con i quali non si rischiano soltanto i danni considerevoli all’occupazione; c’è un pericolo ancora più grande ed è, ripetiamo qui, “la massificazione della disinformazione (e anche di truffe) che può mettere a rischio la democrazia”.

Nel frattempo a ricordarci l’importanza del giornalismo, inteso come attività meramente umana, e quanto abbia contribuito allo sviluppo intellettuale e politico dell’Italia, ci pensa una bella mostra che occupa l’intero prima piano delle Gallerie degli Uffizi.

Lontani dal considerare la carta stampata oggetto musealiżżato,  ma piuttosto con l’intenzione di riscostruire la vivacità di idee e di dibattito del primo Novecento italiano, gli Uffizi, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (e la cura di Giovanna Lambroni, Simona Mammana e Chiara Toti) hanno riunito 250 pezzi di testate che sono lì a mostrare, oltre la loro resistenza al deterioramento del tempo, la vitalità nel offrire a tutt’oggi spunti di ispirazione per il pensiero contemporaneo

Pagine composte dai protagonisti, che resero quel periodo “inquieto e fertile, fervido di idee, visioni, provocazioni” e resistente alle forme di politica illiberali: dalla voce ribelle dell’avanguardista Filippo Tommaso Marinetti con Poesia, a quelle attente al sociale con La rivoluzione liberale di Piero Gobetti e a L’Ordine nuovo di Antonio Gramsci. Senza tralasciare l’eclettico ma nostalgico Leo Longanesi con Strapaese, contraltare dell’internazionalismo di Curzio Malaparte e Massimo Bontempelli che firmavano 900.

Oltre agli articoli la mostra si completa con caricature, disegni, libri e una speculare selezione di dipinti e sculture.

Interessante, infine, l’iniziativa degli Uffizi di riportare sul proprio sito, le storie, suddivise per titoli, delle maggiori testate presenti alla mostra. Un’ occasione da non perdere per gli interessati al tema, ma che non potranno recarsi a Firenze.

Mostra: Riviste. La cultura in Italia nel primo ‘900;

dove: Gallerie degli Uffizi – Firenze

quando: fino al 17 settembre 2023.

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