Il museo per Cavour di Santena

In occasione del 160esimo anniversario dell’Unità d’Italia, 17 marzo, verrà inaugurato il Memoriale Cavour, il museo dedicato a Camillo Benso, conte di Cavour, tra i massimi esponenti del Risorgimento italiano, primo presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia riunita sotto il Regno di Sardegna sabaudo.

Organizzato dalla Fondazione Cavour, l’inaugurazione avverrà in streaming a causa delle misure sanitarie anti-pandemiche e trasmessa sul canale YouTube della Fondazione.  L’apertura al pubblico è prevista per il prossimo 6 giugno, 160esimo anniversario della morte di Cavour.

“Per l’inaugurazione è stata scelta simbolicamente la data del 17 marzo perché Cavour è stato un padre della patria – ha spiegato Marco Fasano, direttore della Fondazione.

Padre della Patria. Primo ministro del Consiglio dell’Italia Unita

La prima sessione del primo Parlamento italiano unitario – che vedeva, finalmente, riuniti i rappresentanti piemontesi, toscani, emiliani, romagnoli, napoletani e siciliani – avvenne il 18 febbraio 1861. Un mese dopo, il 17 marzo, lo stesso Parlamento proclamò il Regno di Sardegna Regno d’Italia e Vittorio Emanuele II di Savoia, il suo re. Seguì l’atto normativo del Regno sabaudo con il quale Vittorio Emanuele II assunse per sé e i suoi successori il titolo di Re d’Italia. E il 22 marzo, ancora il Parlamento, confermò Cavour alla guida del Governo.

Il 25 marzo il Conte prese la parola in Aula per affrontare la dirimente questione romana. “L’Italia ha ancor molto da fare per costituirsi in modo definitivo, per isciogliere tutti i gravi problemi che la sua unificazione suscita, per abbattere tutti gli ostacoli che antiche istituzioni, tradizioni secolari oppongono a questa grande impresa […]. Ma, finché la questione della capitale non sarà definita, vi sarà sempre motivo di dispareri e di discordie fra le varie parti d’Italia. […] – disse Cavour – La scelta della capitale è determinata da grandi ragioni morali. È il sentimento dei popoli quello che decide le questioni ad essa relative”.

“Ora, o signori, in Roma concorrono tutte le circostanze storiche, intellettuali, morali, che devono determinare le condizioni della capitale di un grande Stato. Roma è la sola città d’Italia che non abbia memorie esclusivamente municipali; tutta la storia di Roma dal tempo dei Cesari al giorno d’oggi è la storia di una città la cui importanza si estende infinitamente al di là del suo territorio, di una città, cioè, destinata ad essere la capitale di un grande Stato”.

Roma diventerà capitale 10 anni dopo, nel frattempo le prime città italiane del Regno saranno Torino (1861-65) e Firenze (1865-1871).  Così come si era compiuta l’unità d’Italia con l’annessione del Veneto e del Lazio, strappate, rispettivamente all’Impero Austro-Ungarico (1866) e alla Stato Pontificio (1871).

Fonte d’ispirazione. La conferma di Draghi

I discorsi di Camillo Benso sono famosi; sono “i discorsi di uno statista, ancora attuali e che possono ispirare l’Italia di oggi” sostiene Marco Fasano che, infatti, rimarca la funzione didattica affidata al Museo, “l’unico in Italia dedicato al Conte” e che raccoglie “tutta la sua vita” e opera.

A conferma delle parole di Fasano ricordiamo Mario Draghi, attuale presidente del Consiglio, il quale nel suo discorso programmatico al Senato, lo scorso febbraio, ha citato Cavour, nel passaggio: “Le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano”. Il riferimento è alla frase che il Conte disse in Aula da deputato del Regno il 6 marzo del 1850, suscitando gli applausi della sinistra. “Vedete, o signori, come le riforme compiute a tempo, invece d’indebolire l’autorità, la rafforzano, invece di crescere la forza dello spirito rivoluzionario, lo riducono all’impotenza” riferendosi alle riforme fatte in Gran Bretagna, negli anni precedenti, a partire dalle leggi sull’emancipazione e sulla legge elettorale.

Il Memoriale sorge all’interno del Castello Cavour di Santena (Torino), “una delle residenze più antiche della storia”, edificio settecentesco della famiglia di Camillo Benso, e che accoglie la sua tomba, annessa alla Chiesa parrocchiale, monumento nazionale dal 1911.

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