Il nuovo Museo Bodoni. Il più antico sulla stampa in Italia

A Parma, presso il Complesso Monumentale della Pilotta, c’è il più antico museo della stampa italiano.

È dedicato, come rivela il nome, allo storico incisore, tipografo ed editore Giambattista Bodoni, il quale, nella seconda città del Settecento rese Prato la capitale mondiale della stampa.

Nato a Saluzzo (Piemonte) nel 1740, dopo aver appreso il lavoro dal padre, Giambattista si trasferì a Roma dove iniziò la carriera di compositore presso la Propaganda Fide. Nel 1768, su invito del duca di Parma di fondare e dirigere la Stamperia Reale, andò a vivere nella città emiliana dove rimase fino al termine della sua esistenza, che avvenne nel 1813.

Da Parma la fama di Bodoni si irradiò nel mondo, per le bellezza e per il numero delle sue edizioni e come incisore di nuovi caratteri.

Fino al 1771 stampava con i caratteri P.-S. Fournier, poi adottò un segno grafico di sua creazione, ripreso nel tempo come origine di sviluppo di altri caratteri da questa o quella tipografia o casa editrice, tanto che oggi più che uno stile Bodoni ben definito si parla di ‘una famiglia di Bodoni’, ciascuno con la propria peculiarità e che attraversa i tempi giungendo fino alle font dei programmi di scrittura del computer.

Le sue edizioni si contraddistinguevano per la raffinatezza ed eleganza: sempre  per la qualità della carta, degli inchiostri, dei fregi e delle illustrazioni, fino alle più pregiate su pergamena e seta. Le più note sono: Epithalamia (1775), Anacreonte (1784), Oratio dominica (la traduzione del Pater Noster in 155 lingue: il più vasto catalogo di alfabeti e di caratteri tipografici mai pubblicato, 1806), Iliade (1808) e  Fénelon (1812).

Il suo percorso tipografico  (comprese sue le fonti di ispirazione: i caratteri di  John Baskerville e Firmin Didot – quest’ultimo suo grande rivale) e i sui metodi di incisore ed editore sono riportati  nel famoso Manuale Tipografico pubblicato postumo, nel 1818, per volere della moglie, Margherita Dall’Aglio.

Parma gli dedicò il Museo omonimo nel 1963 in occasione del 150° anniversario della sua morte; museo recentemente  ristrutturato e riprogettato con la curetela di Simone Verde, direttore della Pilotta e di Andra De Pasquale, direttore scientifico della Fondazione Museo Bodoni e grazie al finanziamento di circa 760 mila euro, del Ministero della Cultura.

Oggi gli spazi espositivi si caratterizzano per l’impronta estetica del XIX secolo, con gli armadi Luigi XV dove Bodoni conservava le cassette dei punzoni, la ricostruzione fedele del torchio che usava, con i cimeli, alcuni esemplari unici, che provengono dall’Officina del Nostro e in aggiunta la cosiddetta Fabbrica del libro.

È quest’ultimo uno spazio multimediale e interattivo che presenta in veste digitale le opere bodoniane più significative sopra menzionate. Compreso il Pater Noster cone con tutti i suoi numeri record, che Bodoni stampò in meno di un anno.

 

Immagini: Parma, Museo Bodoni, presso il Complesso Monumentale della Pilotta. Le immagini sono tratte dal sito dell’istituzione: complessopilotta.it/museo-bodoni

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