Agli albori della stampa. Quei 50 anni che cambiarono l’Europa

La storia della stampa è una storia millenaria nata in Asia (nella sua forma più primitiva risale al VI secolo a. C), sviluppatasi tecnologicamente nel IX ma introdotta in Europa soltanto nel XV secolo, quando l’orafo e incisore Johannes Gutenberg a Magonza (Germania) inventò la pressa a caratteri mobili di metallo, ossia la stampa moderna.  Si passò così dai testi trascritti dagli amanuensi fin dal mondo classico (tutti i testi nelle biblioteche erano il frutto del loro certosino lavoro, riservato poi esclusivamente ai monaci delle abbazie) alla velocità e alla riproduzione fedele dei testi, denominati incunaboli.

In poco meno di 50 anni, dal 1454-55 quando Gutenberg stampò il primo libro (la Bibbia che ebbe una rapida diffusione), furono stampati tra gli 8 ai 12 milioni di copie con la diffusione di decine di migliaia di titoli, numeri per l’epoca straordinari tanto che segnarono una rivoluzione sociale, culturale ed economica. Dalla Germania gli stampatori si diffusero in Europa e in poco tempo nel Vecchio Continente più strati sociali ebbero accesso ai testi che uscirono dalle abbazie e dai luoghi religiosi.

La stampa moderna, dunque, con la diffusione dei libri invogliò molte persone all’apprendimento della lettura; promosse la circolazione della cultura, accelerò il declino del latino come lingua ufficiale colta a favore delle lingue nazionali e nel XV secolo ebbe un ruolo decisivo nella Riforma luterana, perché furono in molti a leggere la Bibbia tradotta da Martin Lutero, così come tutti i suoi scritti.

Dalla Germania, infatti, già negli anni 60 del 1400 i tipografi erano partiti per l’Europa che presto brulicò di stamperie. Il primo libro stampato fuori dalla patria di Gutenberg fu realizzato in Italia a Subiaco per opera del monastero di Santa Scolastica. L’Italia insieme  alla Germania divenne il principale centro editoriale europeo per qualità e quantità.  Colonia e Venezia le città dove sorgevano più officine di stampa.

Non è un caso, dunque, che sia Venezia a ospitare la mostra Printing R-Evolution 1450-1500: i 50 anni che hanno cambiato la storia, che attraverso strumenti digitali permette di consultare i risultati della ricerca internazionale compiuta su 50mila testi pubblicati da quegli anni del XV secolo in poi e oggi sparsi in 360 biblioteche europee e americane.

La ricerca, coordinata dal progetto 15cBOOKTRADE dell’Oxford University, diretto da Cristina Dondi, professoressa del Lincoln College di Oxford nonché curatrice della mostra, permette d’individuare il movimento e l’uso dei libri nel tempo e nello spazio: ricostruendo così la storia del libro ci racconta la storia della rivoluzione compiuta dalla stampa moderna fino ai nostri giorni.

Si può visitare la mostra Printing R-Evolution 1450-1500 nel Museo Correr (fino al 7 gennaio 2019) con una sezione allestita presso le Sale Monumentali della Biblioteca Nazione Marciana (fino al 30 settembre 2018). Mentre dal 19 al 21 settembre,  presso  Palazzo Ducale, si svolgerà il convegno dal titolo omonimo che vedrà riuniti 40 relatori, tra i quali Massimo Inguscio, presidente del CNR.

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