Competenze digitali. Buone pratiche per l’insegnamento del XXI secolo

Digital  Competences for Education. Guidelines for Teachers and Education Agencies è uno dei documenti frutto dell’attività di ricerca e formazione svolta nell’ambito del l Progetto DECODE DEvelop COmpetences in Digital Era. Competenze, buone pratiche e insegnamento nel XXI secolo , realizzato all’interno di una Partnership strategica nel campo dell’istruzione, nel quadro di un progetto Erasmus + KA2 (2016-1-IT02-KA201-024234).

Giovedì 30 maggio dalle ore 15.00 presso la sala Gymnasium dell’Università degli Studi Link Campus University, si terrà la conferenza “Digital Competences for Education” dell’iniziativa DECODE – DEvelop COmpetence in Digital Era, progetto Erasmus+ finalizzato ad esplorare le nuove competenze necessarie ai professionisti della formazione nell’era digitale

 

Che cosa sono le competenze Digitali

Le cosiddette competenze digitali nella società della conoscenza sono considerate cruciali per promuovere l’alfabetizzazione digitale, l’alfabetizzazione mediatica, per il superamento del divario digitale, per la promozione dell’innovazione sociale e dell’inclusione sociale. Tali competenze sono considerate strategiche poiché in grado di rispondere alle nuove esigenze della società del lifelong e del lifewide learning, al fine di sviluppare sistemi di istruzione e formazione innovativi e al passo con le sfide della contemporaneità.

Il progetto DECODE parte da questa consapevolezza: le tecnologie digitali rappresentano, oggi, un volano economico e un discrimine per l’inclusione sociale. Per queste ragioni, l’Europa invita le istituzioni nazionali  e locali  a investire sia per promuovere la loro integrazione nelle pratiche di insegnamento, sia per favorire il potenziamento delle competenze degli insegnanti nell’utilizzo di tali tecnologie a scopo didattico.
Nell’attuale contesto, si avverte la necessità di riempire un vuoto di informazioni tipico dell’approccio censuario, che indica la dotazione delle tecnologie digitali presenti nelle scuole, per favorire una migliore conoscenza rispetto all’utilizzo del digitale nelle pratiche professionali e didattiche, con l’intento di intercettare, condividere, valorizzare e disseminare le buone pratiche presenti nelle scuole, per attivare processi virtuosi di innovazione dal “di dentro”, dando voce e riconoscimento a chi la scuola la fa tutti i giorni, con passione e dedizione.

A questo scopo, il progetto si è caratterizzato come un intervento di ricerca-azione, volto a favorire il confronto e lo scambio di pratiche virtuose in un’ottica transnazionale, contribuendo per questa via a:
– promuovere una migliore comprensione del modo in cui i sistemi educativi  e le pratiche didattiche si confrontano con la sfida digitale;
– sperimentare un nuovo modello di formazione per gli insegnanti rispetto all’acquisizione di competenze digitali;
– accrescere le capacità metodologiche e tecniche degli insegnanti nell’uso delle TIC nelle loro ordinarie pratiche professionali e didattiche;
– offrire al dibattito pubblico e ai decision makers informazioni utili  e sistematiche per informare i processi decisionali.
Il progetto di ricerca-azione DECODE è stato condotto grazie a una partnership tra università, centri di ricerca, istituti di formazione, scuole e associazioni professionali, valorizzando all’interno della collaborazione competenze specifiche, diversità degli approcci ed esperienze di ciascuno.

I partner del progetto sono stati:

  • dall’Italia: Fondazione Link Campus University (FLCU); Centro di ricerca CRES-IELPO, Dipartimento di Scienze della Formazione – Università Roma Tre; ANP Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola;
  • dalla Spagna: UOC, Universitat Oberta de Catalunya;
  • dalla Finlandia: Omnia, la Joint Authority of Education e Regional Center di Espoo;
  • dalla Romania: IES, Institutul de Ştiinţe ale Educaţiei;
  • dal Regno Unito: Aspire International.

Il Rapporto finale traccia le tappe più rilevanti di questo importante e rilevante percorso di ricerca, concentrandosi sui risultati più significativi del progetto, attraverso una profonda analisi dei fattori di somiglianza e differenze, punti di forza e di debolezza, prospettive di sviluppo e minacce, con l’intento di offrire suggerimenti,  raccomandazioni e condividere buone pratiche utili ad accompagnare gli insegnanti e le agenzie educative verso la sfida digitale.
Il progetto, della durata di tre anni, si è sviluppato dall’1.09.2016 e si concluderà il 30.08.2019, con una pubblicazione degli esiti del lavoro di ricerca, che qui vengono anticipati in estrema sintesi.
Per raggiungere gli obiettivi di progetto, il percorso della ricerca-azione ha previsto la realizzazione di cinque azioni principali (IO: Intellectual Output), per ciascuno dei quali è stato predisposto e diffuso gratuitamente, mediante una politica di ‘open access’, un rapporto di disseminazione , secondo le regole della progettazione europea e per i quali si offre un brevissimo estratto volto ad evidenziare i più rilevanti esiti del lavoro svolto.

IO.1 Le politiche europee in tema di ‘educazione e sfida digitale’

Questa prima azione si è caratterizzata come un’analisi di sfondo volta a delineare i tratti principali delle politiche europee in tema di digitalizzazione e ruolo dell’educazione in modo ad acquisire il ‘framework teorico comune’, utile e necessario a guidare tutte le fasi successive della ricerca in un’ottica transnazionale. Tale ricerca conferma che le competenze digitali sono ampiamente promosse dalle autorità centrali come strumento per l’insegnamento e l’apprendimento ma sussistono ancora notevoli disparità riguardo alla loro attuazione. A valle delle raccomandazioni europee, a livello di scuola primaria e secondaria, la maggior parte dei paesi raccomanda, o suggerisce, una vasta gamma di metodi di insegnamento innovativi basati sull’apprendimento attivo ed esperienziale, per aumentare il coinvolgimento degli studenti e contribuire a migliorare i loro risultati. Pochi paesi hanno implementato un e-portfolio come approccio per la valutazione. Inoltre, non ci sono corsi di formazione diffusi, né aggiornamento e convalida delle competenze digitali a scuola, come sono pochi quelli in cui vi è la diffusione di linee guida per l’integrazione e il potenziamento delle Competenze Digitali nei contesti educativi e nei processi di insegnamento. Pochi paesi raccomandano, a livello centrale, l’uso delle Competenze Digitali per valutare gli studenti dell’istruzione obbligatoria. Gli Stati membri dell’UE riconoscono l’importanza della formazione degli insegnanti e il Consiglio europeo (2007), si è impegnato a sviluppare le competenze digitali nella formazione iniziale e nel corso di tutto lo sviluppo professionale (OCSE, 2015).

 IO2 Rapporti Nazionali “Modelli di formazione innovativi, metodi e strumenti per insegnanti nell’era digitale

La seconda azione ha previsto la realizzazione di un’analisi documentale comparativa volta a comprendere in che modo le politiche nazionali declinano le indicazioni europee; in altri termini come avviene la “traduzione in pratica” delle politiche europee in tema di digital policy per l’education.
A tale scopo, è stata svolta un’analisi qualitativa attraverso la realizzazione di focus group e interviste a testimoni privilegiati (attori istituzionali, esperti, policy e decision makers, docenti innovatori, DS e animatori digitali) che ha coinvolto complessivamente 132 persone nei Focus Group e circa 30 testimoni privilegiati  (attori istituzionali, esperti, docenti innovatori, DS e animatori digitali) attraverso interviste  in profondità.
I risultati delle ricerche nazionali evidenziano alcuni ”limiti” e alcuni “requisiti” che sono trasversali agli sforzi attuativi nelle diverse politiche nazionali. Mancanza di una visione e di un quadro nazionale unitario relativo alle politiche educative e al modo in cui accompagnare la rivoluzione digitale all’interno dei processi educativi; carenza di un fermo impegno a trasformare la tecnologia in alleato del nuovo modello educativo, da cui deriva l’assenza di un coordinamento nazionale in tema di innovazione digitale a scuola  e la difficoltà a valorizzare e fare sistema rispetto alle esperienze virtuose, diffuse a macchia di leopardo nei diversi contesti nazionali; endemica carenza di  investimenti e di formazione di qualità per Dirigenti Scolastici e insegnanti su come il digitale possa trasformare l’organizzazione scuola e il patto educativo tra scuola-studenti-famiglie-comunità educante; assenza di una visione di sistema e di processo, di ‘scuola come organizzazione complessa”. In maniera trasversale a tutti i contesti nazionali, emerge la necessità di: costruire reti e “fare sistema”, coinvolgendo in uno sforzo comune le diverse istituzioni che concorrono a garantire i processi di innovazione digitale nei singoli paesi; saper intercettare il capitale informativo e di competenze che gli studenti possiedono già all’ingresso e che necessita di essere indirizzato, ristrutturato, sistematizzato per essere trasformato in processi di apprendimento, conoscenza e comprensione; migliorare l’accessibilità e l’affidabilità degli strumenti e delle dotazioni in uso alle scuole che spesso si rivelano un impedimento.

IO3 Guida Pratica per le Scuola – Quadro di qualità per l’integrazione delle Competenze Digitali nel processo di insegnamento-apprendimento

Con la terza azione ci si è soffermati sugli aspetti organizzativi e di processo. che fanno da sfondo all’incorporazione delle tecnologie digitali nella pratica educativa. A tale scopo, è stata svolta un’analisi qualitativa attraverso la realizzazione di circa 15 interviste a testimoni privilegiati (attori istituzionali, policy e decision makers) attraverso interviste in profondità, con l’intento di individuare gli elementi di qualità per l’integrazione delle TIC nel processo di insegnamento-apprendimento e delineare le dimensioni strategiche di attenzione, criteri e indicatori utili a monitorare il processo. Si evidenzia la necessità di una progettazione organizzativa finalizzata a identificare le aree in cui le TIC possono essere utili o meno al miglioramento della professionalità del docente. Non tutti i dispositivi e i software hanno lo stesso potenziale educativo e le scuole devono adottare un approccio critico. Hardware e software aggiornati non sono sufficienti per garantire un insegnamento di qualità. Non si migliora la qualità dell’insegnamento-apprendimento semplicemente migliorando la risoluzione tecnica delle tecnologie risorse digitali. Il ruolo di mediazione dell’insegnante continua, anzi, diventa ancora più importante. Sono stati identificati gli elementi di attenzione a livello di scuola per promuovere l’adozione del digitale a scopo didattico. Il primo passo in ogni è quello di sviluppare una visione chiara rispetto alle modalità attraverso cui integrare le nuove tecnologie nello spazio organizzativo e didattico. Ciò significa comprendere i vantaggi e le limitazioni dell’uso delle TIC, tenendo conto: dei fattori sociali, economici e culturali locali; dei bisogni delle parti interessate (alunni, personale docente, personale amministrativo, ecc.); delle risorse disponibili e delle possibili alleanze. ll ruolo del DS in questo passaggio è strategico e non può prescindere dal creare un piano d’azione, con ruoli specifici; la distribuzione delle attività e l’identificazione di obiettivi verificabili da raggiungere. Ogni intervento di innovazione in tal senso dovrebbe includere meccanismi per il monitoraggio, la valutazione e la  garanzia della qualità.

IO4 Rapporti nazionali – Pratiche, formazione e esigenze di competenze degli insegnanti digitali  

La quarta azione ha previsto la realizzazione di un questionario on-line rivolto a docenti di scuola di ogni ordine e grado con l’intento di ricostruire i processi di ‘incorporazione’ delle tecnologie  digitali nelle pratiche didattiche e professionali; individuare le esperienze, le abilità e le esigenze formative degli insegnanti allo scopo di individuare punti di forza, aree di miglioramento e prospettive di sviluppo. Si è cercato di passare dal piano delle policies al piano della ‘traduzione in pratica’ delle idee. Non era negli obiettivi del progetto realizzare una ricerca campionaria di tipo statistico-rappresentativa. Gli esiti della ricerca sono quindi frutto di un’indagine dal taglio esplorativo che ha coinvolto complessivamente 2652 docenti che hanno partecipato a titolo volontario e gratuito alla survey on-line (Italia: 937; Spagna: 693; Romania 401; Finlandia: 366; Regno Unito: 255). Le domande del questionario hanno teso ad esplorare quattro aree principali: pratica quotidiana dell’insegnamento in relazione all’equipaggiamento tecnologico fornito dalla scuola; l’uso concreto delle tecnologie e delle risorse personali nella pratica professionale e nell’insegnamento quotidiano; il patrimonio di esperienza e abilità dei docenti; le esperienze più rilevanti. Punto di riferimento essenziale è stato il Digital Competence Framework for Educators (DigCompEdu) attraverso cui i docenti coinvolti hanno potuto autovalutare le proprie competenze digitali. Per quanto concerne il modo in cui la pratica didattica quotidiana entra in relazione con le dotazioni tecnologiche di cui la scuola dispone, la lettura per singolo paese e la relativa analisi trasversale delle evidenze emerse lasciano trapelare la difficoltà del corpo docente (indipendentemente dai contesti territoriali e culturali) a interpretare e integrare le opportunità offerte dalle tecnologie digitali nel contesto educativo, allorché si osserva il permanere di una didattica di taglio prevalentemente trasmissiva che orienta l’uso delle tecnologie digitali in maniera strumentale e applicativo rispetto all’oggetto della conoscenza. Per quanto concerne l’approccio personale alle tecnologie digitali, sebbene ci sia una certa apertura mentale, confermata da un sistema di assunti di base complessivamente positivi nei confronti dell’utilità delle tecnologie digitali nella didattica, non emerge un automatico trasferimento del sapere pratico acquisito nell’esperienza extrascolastica. Anche in questo caso il fenomeno appare distribuito in modo abbastanza uniforme, senza lasciar emergere particolari differenze tra i paesi partner.

Per maggiori informazioni: Decode

“Gli insegnanti coinvolti dichiarano di aver bisogno di una formazione specifica sulle TIC per lo sviluppo professionale e per l’uso delle nuove tecnologie come strumenti di comunicazione e collaborazione”.
“La grande maggioranza degli intervistati non ha titoli ufficiali relativi alle competenze digitali. Gli insegnanti italiani e rumeni sono coloro che dichiarano una percentuale più alta di certificazioni ICT acquisite; la certificazione più diffusa è l’ECDL”.

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